RFID sottocutanei pericolosi per la salute?
LA DOMANDA E' PERNICIOSA, SI E' SEMPRE SAPUTO CHE LE TRASMISSIONI RADIO
DANNEGGIANO IL CERVELLO
Pubblicato in: High tech
di Alessandro Rettore - 10 Dicembre 2007
Un chip RFID
In base ad un'indagine svolta da Associated Press presso vari laboratori
americani ed europei negli ultimi dieci anni, i tag RFID (Radio Frequence
Identification), microchip leggibili con sensori radio, potrebbero essere
cancerogeni se usati sotto pelle.
I dati sono ancora incerti, tuttavia dopo tante buone parole spese in passato
sulle potenzialità e l'utilità (indubbia a livello industriale e commerciale
grazie all'immediatezza di scansione rispetto ai comuni codici a barre) dei
dispositivi RFID, emergono alcune perplessità.
Secondo alcuni esperti infatti il microchip RFID, impiantato tramite iniezione
sottocutanea negli animali domestici e, da poco, anche negli umani per
favorirne il riconoscimento, provocherebbe il cancro.
L'articolo della AP ha destato dubbi e timori nel mondo scientifico in quanto
è difficile estendere agli uomini ricerche oncologiche sviluppate negli
animali. Inoltre ancora non esiste una percentuale affidabile di animali senza
microchip che hanno sviluppato ugualmente il tumore da equiparare. Ad ogni
modo, ciò che i veterinari francesi hanno scoperto è che i tumori maligni e i
sarcomi negli animali col chip si sviluppano attorno al dispositivo stesso con
una casistica del 4,1%, in altre parole un animale ogni 25 a cui è stato
impiantato il sensore radio sottocutaneo svilupperà il cancro. Di fatto, ratti
e topi sui quali, nel corso degli studi presi in esame, sono state impiantate
delle etichette a radio frequenza hanno mostrato uno sviluppo del cancro
variabile tra l'1% e il 10% della popolazione in esame.
Secondo Keith Johnson, tossicologa ex dipendente di Dow Chemical: "Erano i
transponder la causa del tumore". Nel novembre 2004 la FDA (Foof and Drug
Administration) americana ha approvato l'uso medicale dei tag RFID con impianti
sotto cutanei. Già da tempo sono inoltre utilizzati per il riconoscimento e
identificazione di animali domestici. La società VeriChip, che ha già
installato tag RFID in 2000 persone, spiega di fatto che sonomilioni i cani e
gatti che hanno subito un impianto senza mostrare conseguenze. Inoltre
minimizza le conclusioni degli studi spiegando che ratti e topi sono animali
soggetti a maggior rischio di cancro dopo un'iniezione rispetto a qualsiasi
altro animale da laboratorio.
L'articolo della Associated Press ha preso avvio dalla caparbietà di una donna
statunitense, rimasta anonima, attivatasi per scoprire la reale causa del
tumore che aveva causato la morte del suo animale domestico, un bulldog
francese al quale era stato impiantato sottopelle un dispositivo di
riconoscimento RFID.
Dopo aver speso una fortuna in cure mediche e dopo aver evitato la cremazione
del corpo dell'animale, la donna si rivolse dapprima ad uno staff di
ricercatori italiani, che acconsentirono ad analizzare il tessuto canceroso al
fine di risalire alla causa dello stesso (i risultati dello studio sono
documentati col titolo: “Fibrosarcoma with Typical Features of Postinjection
Sarcoma at Site of Microchip Implant in a Dog: Histologic and
Immunohistochemical Study.” E sono apparsi sul sito
www.vetpathology.org).
La ricerca tuttavia, sebbene avvalorasse l'ipotesi della donna, non costituì
una prova scientifica sufficiente e l'interessata continuò la sua indagine
privatamente, fino a destare l'attenzione della stampa.
Le notizie ed i dati tecnici riguardanti l'effettiva relazione tra gli
impianti RFID sottocutanei e lo sviluppo del cancro sono ancora discutibili e
frammentari, tuttavia hanno spinto l'opinione pubblica venutane a conoscenza a
riflettere sull'utilizzo indiscriminato di questi dispositivi che costituiscono
indubbiamente, se regolati (anche dal punto di vista etico e di privacy),
un'innovazione tecnologica senza precedenti.
Link
http://www.oblo.it/articoli/publish/higtech/Impianti_RFID_sottocutanei_pericolosi_per_la_salute.shtml