www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org     RASSEGNA STAMPA SCIENTIFICA

Poi dicono che i pazzi siamo noi

I LINK DI BIAGIO, 13-11-2006 - versione ricostruita 13-12-2009

Biagio Mastorilli, pugliese, compagno torturato tecnologicamente

Sullo stesso argomento di questa pagina: libro di Marco Sacchi, Non ci fate paura

 

http://www.paolodorigo.org/www.avae-m.org/www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/RapettoDiNunzio.htm

 

http://www.paolodorigo.org/www.avae-m.org/www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/rassegnascienza/Gene%20Stephens.htm  ? siamo già o stiamo andando verso un nazismo che si dichiara riformista e che invece è infamia e miseria della decadenza borghese ?

 

http://www.rai.it/news/articolonews/0,9217,73266,00.html  In Iraq potranno utilizzare una nuova arma non letale. Marines con gli ultrasuoni. l posto dei manganelli come sfolla gente un grande altoparlante in grado di mettere in fuga il nemico per un raggio di 300 metri

Si chiama LRAD e l’acronimo sta per Long Range Acoustic Device. E’ la nuova arma che i soldati statunitensi avranno a disposizione in Iraq. Per un milione di dollari la difesa americana ha acquistato il nuovissimo prodotto messo a punto dalla American Technology Corporation. A far uso dell’arma che ‘urla’ saranno i marines. Si tratta di un grande altoparlante in grado di emettere fortissimi suoni prossimi alle frequenze degli ultra suoni. L’arma arriva a sviluppare 145 decidel su una distanza di 300 metri. L’effetto che provoca e’ un lancinante mal di testa, dolori, stati di panico e in alcuni casi anche la perdita momentanea dell’udito. Qualsiasi protezione alle orecchie non sara’ di alcun soccorso. Peter Dotto, colonnello dei berretti verdi ha spiegato che l’arma non letale potra’ essere utilizzata per disperdere folle di manifestanti o costringere gli abitanti di edifici da sgomberare a trovar velocemente rifugio altrove. Nessuno dice che effetto puo’ avere su persone malate, anziani e bambini. Ma questo e’ un altro discorso. Vent’anni fa alcuni scienziati avevano denunciato il profilarsi di una nuova tecnologia, propagandata come "non-letale", da usare contro i nemici interni e esterni. Oggi armi cinetiche e a infrasuoni, getti d’acqua elettrificati, fucili che sparano droga, gas al pepe sono una realtà documentata anche dal rapporto STOA del Parlamento europeo.  Gia' nel 1972 vennero identificate 34 armi non letali in un rapporto della Fondazione Nazionale della Scienza statunitense.  Sembra fantascienza e invece in quelle 34 armi c'erano prototipi come le freccette dotate di stabilizzatori di volo piene di droga, bidoni che una volta aperti emanavano un tanfo cosi' forte da stordire qualsiasi forma di vita dotata di apparato respiratori, 'la buccia di banana' un liquido che versato sulle strade le rendeva cosi' scivolose da non consentire il passaggio di nessun veicolo su ruote.  La parola d'ordine e' sempre stata: "demolire il dissenso mentre mascherava il livello di violenza impiegato". In poche parole questa nuova arma di fatto trasforma l'esercito in polizia militarizzata.   La differenza non e' secondaria visto che evidentemente gli Usa hanno capito che adesso e' arrivato il momento di mettere in garage i carri armati e gli F 16 per potersi attrezzare con strumenti piu' vicini al controllo diretto delle masse, ovvero dei civili. L'esercito di Saddam si e' dato alla fuga da un pezzo.(Pubblicato il 09 marzo 2004)

 

http://web.infinito.it/utenti/i/interface/NLW.html

content="Internet Service, ABL, accecanti-assordanti, Active Denial Technology, Airborne Laser, Airburst Non-Lethal Munition, Alvin, ambasciata americana, amnesie, Amnesty International, Anti-Satellite Simulation, Anti-War, aria ionizzata, arma ad elettroni, arma ad ultrasuoni, armi a colla, armi a microonde, Armi acustiche, armi ad energia diretta, armi ADS, Armi al plasma, armi convenzionali, armi elettriche portatili, armi inabilitanti non-letali, armi Laser, armi non-letali, armi pre-letali, ASATS, assenza di letalità, assistenza umanitaria, autodifesa, barriera ultrasonica, barriere adesive, Boeing , bombe a grafite, cannone antiaereo, cannone ultrasonico, Cannoni ad acqua elettrizzata, Capsaicin, cascate del Niagara, centrale nucleare, centrali elettriche, check point, Chemical Oxygen Iodine Laser, Chris Morris, COIL, commercio degli armamenti, commercio delle armi, condotte di guerra, conflitto asimmetrico, contesto urbano, convenzione di Ginevra, convenzioni internazionali, corpi di polizia, corpo umano, corrente alternata, danni genetici, DARPA, Defence Advanced Research Projects Agency, demenza, deuterium fluoride, deuterium fluoride Laser, Dipartimento della Difesa USA, Directed Energy, Directed Energy Weapons, diritti umani, dispositivi bellici, dispositivo Laser, dottrina della guerra non-letale, Dream Machine, E-Bombs, Electromagnetic Pulse Attack, Electromagnetic Pulse, High Powered Microwave, Emettitori acustici di infrasuoni, emissione elettromagnetica, EMP, EMP attack, energia non cinetica, Epoxy Foam Denial System, esplosioni nucleari, Extreme Alternative Defense System, fasci di microonde, fasci ultrasonici, Federation of American Scientists, forme tumorali, Forze armate, Forze Armate, Forze Armate USA, forze dell’ordine, Freedom of Information Act, fucile lancia-colla, gas lacrimogeni, George Westinghouse, granate flash-bang, Guy Obolensky, Hand Emplaced Non-Lethal Weapon, Heidi Toffler, HEL, High Power Microwave, HPM, impulso elettromagnetico, Ionatron, irritanti chimici, Jack Cover, Janet Morris, Joint Non-Lethal Weapons Program Acronyms, Kilo-ampere linear injector, lacrimogeni, Laser a bassa energia, Laser a raggi ultravioletti, laser ad infrarossi, Laser ZEUS, lavoratori del settore bellico, lobby militari industriali, Magnetically Accelerated Ring, MARAUDER, meno che letali, miasmi insopportabili, microonde di bassa intensità, militare, Military Operations Other Than War, Mine non-letali, missili, missioni internazionali, Mobility Denial System, modalità letale, MOOTW, MTHEL, Munizioni di gomma, Nikola Tesla, NLCS, NLW, Non-lethal Capability Sets, Non-Lethal Mortar Munition, Non-lethal Weapons, Non-lethality, normativa sui brevetti, Northrop Grumman, nuclear explosion, Nuclear plants, Oleoresin capsicum, onde acustiche, onde ultrasoniche, operazioni di pace, operazioni di polizia, operazioni diverse dalla guerra, Operazioni militari diverse dalla guerra, ordine pubblico, Pain Ray, pallottole di gomma, paranoia, patologie dermatologiche, patologie di ordine psicologico, Peace Enforce Operations, Peace Keeping Operations, peace-enforcing, peace-keeping, PEP, pepper gun, Pepper Spray, perdite di vite umane, PIKL, pistola Vortex, plasma, plasma ad elevata energia, plastic bullets, poligoni militari, privatizzazione della conoscenza, progetto Kali, proiettile virtuale, proiettili di artiglieria, protezione civile, Protocol IV to the Convention, Protocol on Blinding Laser Weapons, Psychological Operations, PSYOP, Pulsed Energy Projectile, Pulsed Impulsive Kill Laser, radiazioni elettromagnetiche, raggi Laser, raggio del dolore, Raggio della morte, regole di ingaggio, Restore Hope, riconversione industriale, rocchetto di Tesla, rubber bullets, Sandia Laboratory, SASO, Schiume paralizzanti, segreto militare, servizi segreti sovietici, sindromi depressive, Sistemi acustici ad infrasuoni, sistemi d’arma, sistemi elettronici, sommosse, sostanze caustiche, sostanze iperscivolanti, Space-Based High-energy Laser, Stability and Support Operations, stability operations, Stati Uniti, stinky bombs, strumento bellico, Supercaustici, Supercolle, Tactical High Energy Laser, Taser, Taser International, tecnologia Laser, telecommunications services, telecomunicazioni, Tesla, test segreti, THEL, Thomas A. Swift’s Electronic Rifle, Thomas Alva Edison, tortura, tumori, Ultra-high Directed Energy, ultrasuoni, Unione Sovietica, USA, USAF, Vortex Ring Gun, VRG, XADS, Zapper, Zeus Sparta"
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I NUOVI SISTEMI D’ARMA

Valutazioni etiche sulle cosiddette armi «non letali»

A partire dal 1990 si è assistito ad una rapida accelerazione della ricerca nel settore delle cosiddette armi non-letali (NLW), ossia “armi esplicitamente progettate ed impiegate con lo scopo primario di inabilitare le persone e i mezzi rendendo minima la probabilità di causare loro danni permanenti”. Se a livello ideale tale possibilità suscita molto interesse non per questo mancano diversi motivi di preoccupazione. La necessità di orientarsi verso questo tipo di dispositivi deriva sostanzialmente da due fattori:

1) l’indisponibilità dell’opinione pubblica a tollerare perdite di vite umane sia fra gli uomini dei propri contingenti sia fra i civili delle popolazioni locali;

2) la necessità di risolvere il dilemma nel quale si sentono sempre piú spesso imprigionate le moderne Forze armate durante le missioni internazionali (indicate nelle loro varie tipologie come “operazioni diverse dalla guerra”), limitate da regole di ingaggio spesso molto severe e restrittive.

 

I contingenti chiamati ad intervenire in operazioni di polizia, di protezione civile o di assistenza umanitaria, infatti, si trovano spesso a dover colmare un pericoloso vuoto fra l’inazione e l’uso della forza. Da qui la necessità di ricorrere a questo tipo di armi in base ai possibili scenari operativi. Ad esempio in un contesto urbano, caratterizzato da un’intricata rete di costruzioni e dove le truppe incontrano notevoli difficoltà di penetrazione e movimento, queste armi possono superare tutti gli ostacoli strutturali ed essere impiegate in modo indiscriminato e a largo raggio.

 

Le armi pubblicizzate come incruente, pulite ed appunto “non-letali”, presentano tuttavia almeno due grandi problematiche:

 

1) innanzitutto, in quanto dipendenti da una moltitudine di fattori incontrollabili (quali le condizioni ambientali, fattori relativi alle condizioni fisiche del soggetto colpito e/o psicologiche degli operatori, etc...), i loro effetti sono solo in parte prevedibili;

 

2) in secondo luogo si prestano ad essere utilizzate come armi pre-letali: un esercito che avesse a disposizione un arsenale in grado di immobilizzare il nemico si lascerebbe difficilmente sfuggire l’occasione di impiegarlo anche in modalità letale al fine di aumentare la propria efficacia operativa.

Un primo e sommario elenco di tale categoria di armamenti comprende:

 

- Laser a bassa energia. Possono accecare individui e sensori in modo temporaneo o permanente.

- Mine non-letali contenenti sostanze irritanti o azionanti meccanismi immobilizzanti.

- Schiume paralizzanti.

- Supercolle.

- Reti.

- Stimolazioni ed illusioni ottiche.

- Sistemi acustici ad infrasuoni e ad ultrasuoni.

- Supercaustici.

- Taser, ossia armi elettriche portatili.

- Cannoni ad acqua elettrizzata.

- Munizioni di gomma e plastica. Tra le altre sono state progettate munizioni a “doppio uso”, che a seconda della velocità con cui vengono sparate possono essere letali o non-letali. Uno dei fattori di rischio piú rilevanti è la distanza dell’individuo colpito da chi spara. Piú il bersaglio è vicino piú il colpo potrebbe essere letale.

 

I corpi di polizia e di sicurezza ricorrono spesso all’uso di gas lacrimogeni ed irritanti chimici anche all’interno di edifici o in altri spazi chiusi, dove le persone non possono uscire o perché porte e finestre sono sbarrate. In diversi casi sono stati registrati ferimenti e decessi.

 

È inquietante il carattere intrusivo di queste armi che non prendono di mira solo il corpo delle persone ma spesso sono concepite per disorientarle o destabilizzarle a livello mentale. Fra l’altro il rischio è che, con la diffusione di queste tecnologie, si forniscano ai regimi oppressivi potenti strumenti per il controllo di ogni opposizione ottenendo cosí il duplice risultato di bloccare le proteste ed evitare contemporaneamente scomodi massacri “in diretta”, favorendo l’assoggettamento terroristico di intere popolazioni. Non solo, un altro problema è che il passo dal non-letale al letale purtroppo è spesso assai breve. Spesso si tratta solo di una questione di regolazione della potenza in funzione delle condizioni ambientali e il rischio è che normali operazioni di ordine pubblico possano trasformarsi in esecuzioni sommarie.

 

Non meno preoccupanti sono gli scenari sempre piú asimmetrici della guerra moderna ai quali il progresso culturale e sociale, insieme a nuove sensibilità politiche e strategiche richiede strumenti operativi piú flessibili e precisi oltre che piú rispondenti alle esigenze belliche. Queste esigenze si concretizzano secondo due direttive principali:

 

1) la ricerca e l’implementazione di armi ad alta letalità ma di estrema precisione richieste dalla cosiddetta surgical war, peraltro poco convincente;

 

2) la ricerca e l’implementazione di sistemi d’arma di grande efficacia ma a letalità nulla o molto bassa.

 

Di fronte agli sviluppi suddetti è necessario chiedersi quali garanzie dal punto di vista scientifico vi siano circa l’assenza di letalità, tenendo conto del fatto che, soprattutto nel secondo caso, si tratta di sistemi d’arma progettati per essere utilizzati sulle folle e quindi soprattutto sui civili. Quali poi le garanzie etiche? Come e da chi tali armi verranno realmente impiegate? Spendere miliardi in ricerca tecnologica per la produzione di armi che risparmino la vita delle persone sembra un paradosso, ma proprio questo è stato, per diversi anni, l’obiettivo ufficiale delle ricerche condotte da molte Forze Armate, in primis quelle USA. Queste armi in caso di necessità di autodifesa offrirebbero un’alternativa alle armi convenzionali che di contro non offrono mezze misure: o non vengono usate affatto - e la sola minaccia potrebbe non costituire una deterrenza sufficiente - oppure vengono usate provocando danni ingenti a persone e cose. Le armi come il cosiddetto Pain Ray (“raggio del dolore”), per esempio, non sono progettate per essere letali ma solamente per obbligare il nemico a darsi alla fuga, o per ridurlo all’impotenza, senza procurare danni tangibili.

 

In ogni caso è opportuno conoscere queste armi, che hanno tutte le caratteristiche per diventare in un futuro prossimo le armi decisive in campo tattico-strategico e nel controllo sociale. I possibili utilizzi di armi come il Pain Ray, infatti, sono praticamente illimitati, sia in situazioni di guerra sia - soprattutto - in situazioni di peace-enforcing e peace-keeping in differenti scenari operativi. I sostenitori di queste nuove tecnologie ne ipotizzano un largo uso per sedare e prevenire sommosse evitando vittime, soprattutto là dove si ricorre alla tattica degli scudi umani, spesso utilizzati dalle organizzazioni terroristiche. Le armi ad energia diretta, come il Pain Ray vengono giudicate utili specialmente per l’utilizzo in ambito di guerriglia urbana o nelle stability operations. Una volta che un’arma simile venisse in qualche modo accettata dall’opinione pubblica, per esempio, potrebbe essere usata per fermare i facinorosi in una qualsiasi manifestazione, il tutto senza implicazioni penali, sollevando in pratica le forze dell’ordine da pesanti responsabilità. Come già rilevato anche tali tecnologie non sono esenti da obiezioni sia sul piano scientifico, sia sul piano etico. Si tratta di obiezioni che vanno al di là del naturale timore che accompagna la progettazione di un’arma nuova e ancora sconosciuta. Ogni ritrovato tecnologico, infatti, ha anche i suoi svantaggi, che vanno attentamente soppesati, e un buon numero di questi non sono noti se non dopo anni di effettivo impiego. Mancano inoltre ricerche che studino gli effetti a medio e lungo termine di queste armi.

 

Non meno concreti sono i dubbi sollevati dagli scienziati dopo che, su richiesta di un’associazione per i diritti umani che si è avvalsa del FOIA (Freedom of Information Act), parte dei fascicoli sui test segreti svolti negli USA - unici a livello mondiale -, sono stati resi noti. Le sperimentazioni sono state condotte su individui normali, privi di protesi di qualsiasi genere, proprio per evitare complicazioni. Anche cosí tuttavia, diversi studi successivi hanno mostrato come i fasci di microonde possano provocare seri danni agli occhi. Altre perplessità sono dovute al fatto che ai volontari, nei test ulteriori, sono stati fatti togliere anche anelli, bottoni, monete e tutti quegli oggetti che, a contatto con la pelle, avrebbero potuto provocato bruciature. Presupposti simili naturalmente mancano del tutto in uno scenario operativo reale, là dove le persone hanno conformazioni fisiche molto diverse, portano addosso i piú svariati oggetti e hanno gli occhi esposti ai raggi Laser o alle microonde. La natura di tali armi - è bene ricordarlo - è infatti quella di colpire in maniera indiscriminata chiunque si trovi alla loro portata.

 

 Un’arma testata senza problemi su un soggetto nel pieno delle forze, su un fisico debilitato, su una donna in stato di gravidanza o su un bambino, potrebbe portare ad esiti del tutto diversi a dispetto della sua dichiarata natura “non-letale”. Cosa accadrebbe poi se, tra una folla in fuga mancasse la possibilità fisica di allontanarsi in tempo utile? Cosa succederebbe in caso di errore nell’impiego del sistema d’arma? Queste nuove tecnologie pongono anche una serie di problemi giuridici che sono per molti aspetti nuovi e inesplorati. Attualmente le armi Laser sono contemplate nelle convenzioni internazionali, in un documento sottoscritto da 70 nazioni ma non, per esempio, dagli USA al 26 agosto 2003 (Convenzione sulla proibizione o la limitazione dell’uso di certe armi convenzionali che possono provocare sofferenze eccessive od avere effetti indiscriminati, Protocollo IV, relativo alle armi Laser accecanti - Ginevra, 13-10-1995). Il testo è stato redatto proprio sulla scorta di programmi di sviluppo di armi condotti in quegli anni e progettate per accecare il bersaglio. La convenzione di Ginevra, che vieta l’utilizzo di armi in maniera indiscriminata sulle folle, necessiterebbe forse di un adeguato riesame e aggiornamento. Nella legislazione internazionale relativa alle condotte di guerra c’è un vuoto dunque, considerato che non contemplano specificamente armi di questo genere. Si tratta in ogni caso di una materia che non può non suscitare preoccupazione e sulla quale occorre riflettere e agire con urgenza.

 

BREVE RASSEGNA DELLE PRINCIPALI NUOVE TECNOLOGIE

 

 

Le “armi ad energia diretta” (Directed Energy Weapons)

 

Per “armi ad energia diretta” si intende una classe di armamenti che comprende numerosi dispositivi capaci di indirizzare sui bersagli, in modo molto preciso ed efficace, svariate forme di energia non cinetica. In sostanza, l’obiettivo non viene colpito con un proiettile, o mediante la forza d’urto di un’esplosione, ma tramite dispositivi che inviano sul bersaglio radiazioni elettromagnetiche, onde acustiche, plasma ad elevata energia, o raggi Laser. Gli effetti legati all’uso di tali armi possono essere sia letali, sia non letali, mentre i campi d’applicazione variano dalla difesa antiaerea alla tutela dell’ordine pubblico.

 

 

Le armi Laser

 

La tecnologia Laser è una delle maggiori protagoniste degli attuali programmi di ricerca e sviluppo ed è impiegata con versatilità in diversi dispositivi bellici. Tra essi si annoverano i seguenti:

 

 

Tactical High Energy Laser (THEL)

 

Tra le armi in sperimentazione negli USA figura il dispositivo THEL, esistente anche in versione portatile (MTHEL, dove M sta appunto per “mobile”). THEL significa Tactical High Energy Laser, ed è appunto un dispositivo Laser che si avvale di sostanze chimiche come il deuterium fluoride (FD) per creare un raggio invisibile dotato di potenze particolarmente elevate. In numerosi test - alcuni divulgati anche tramite video - un potente raggio Laser viene utilizzato per fare esplodere in volo missili e proiettili di artiglieria certificando dunque la sua efficacia quale dispositivo di difesa.

 

Airborne Laser (ABL)

 

Il sistema ABL consiste in un laser chimico ad alta energia (Chemical Oxygen Iodine Laser - COIL), montato su un Boeing 747 modificato. L’ABL (in possesso all’Aeronautica USA dal 2003) è in grado di individuare ed abbattere missili balistici, può restare in quota per molte ore e rifornirsi mentre è in volo garantendo cosí la copertura prolungata di una vasta zona operativa.

 

 

Space-Based High-energy Laser (HEL)

 

Si tratta di un armamento Laser montato su di un satellite, capace di colpire bersagli nello spazio, a terra e in aria. Oltre agli Stati Uniti e ad Israele, anche la Cina sta sviluppando un armamento Laser concepito per distruggere i satelliti nemici orbitanti. L’arma si chiama ASATS (Anti-Satellite Simulation) ed era in fase di sviluppo già nel 1998.

 

I Laser a raggi ultravioletti

 

I Laser a raggi ultravioletti sono armi capaci di paralizzare persone e animali. La tecnologia di cui si avvalgono è appunto quella Laser che sfrutta le frequenze dell’ultravioletto comprese tra i 400 e i 15 nm.

 

 

Laser ZEUS

 

Si tratta di un Laser montato su di un Humvee (un veicolo militare in dotazione alle Forze Armate USA simile ad una grossa jeep). Secondo fonti ufficiali del Pentagono, mezzi militari muniti di questo dispositivo sono stati impiegati in Afghanistan per far brillare le mine. Secondo due accreditati siti di informazione militare: Defense Tech e Defence Daily, alcuni veicoli simili sarebbero stati utilizzati anche in Iraq.

 

Armi al plasma e ad impulsi

 

Le basi per questa tecnologia bellica furono poste verso il 1940 dal fisico statunitense di origine croata Nikola Tesla (Smiljan 1856 - New York 1943). Tesla studiò al politecnico di Graz e all’Università di Praga, quindi lavorò come ingegnere elettronico presso varie industrie. Nel 1884 emigrò negli Stati Uniti, divenendo successivamente cittadino americano. Per un breve periodo lavorò alle dipendenze di Thomas Alva Edison, ma in seguito preferí dedicarsi esclusivamente alla ricerca e fondò a New York un laboratorio di elettrotecnica.

 

Nel 1888 progettò il primo sistema pratico per la produzione e la trasmissione della corrente alternata nelle centrali elettriche; i diritti relativi a questa invenzione furono però assegnati all’inventore statunitense George Westinghouse, che presentò il sistema alla World’s Columbian Exposition di Chicago, nel 1893. Circa due anni dopo i generatori a corrente alternata furono installati presso le cascate del Niagara. Le numerose invenzioni di Tesla comprendono generatori ad alta frequenza (1890) e il rocchetto di Tesla (1891), un componente con importanti applicazioni nel campo delle comunicazioni radio.

 

Durante i primi anni del ‘900 Tesla iniziò a lavorare al suo progetto per un “Raggio della morte”. Nel 1942 il progetto era pronto e Tesla lo propose agli Stati Uniti quale arma decisiva contro la minaccia nazista ma le sue idee non furono prese in considerazione. Alla sua morte tutti i documenti relativi vennero trafugati ma oggi una parte di essi è citata in un documento governativo USA, declassificato nel 1980, circa una non meglio precisata “arma ad elettroni”. Alcuni documenti sono accessibili anche in forza del Freedom of Information Act. Questa tipologia di armamenti ha parecchi tratti in comune con alcune armi Laser. Il principio è quello di lanciare contro il bersaglio un “proiettile virtuale” di energia, composto da materia elettricamente carica attraverso un processo di ionizzazione dell’aria. Tale meccanismo è stato approfondito presso il DARPA (Defence Advanced Research Projects Agency, Agenzia per la ricerca e l’innovazione tecnologica del Dipartimento della Difesa USA), con la collaborazione di alcune aziende del settore. Armamenti di questo tipo sono in fase di avanzata sperimentazione anche da parte delle Forze Armate israeliane e australiane.

 

Il suo funzionamento si basa sull’emissione di un impulso laser ad infrarossi (mediante l’impiego di un deuterium fluoride Laser). L’eccitazione di plasma ad elevati livelli energetici trasmessa attraverso l’aria ionizzata genera una elevata forza d’urto ed un intenso impulso elettromagnetico. Altri dispositivi affini a questa tecnologia si chiamano MARAUDER (Magnetically Accelerated Ring to Achieve Ultra-high Directed Energy and Radiation), oppure Extreme Alternative Defense System (XADS). L’applicazione letale di questa tecnologia è generalmente nota come Pulsed Impulsive Kill Laser (PIKL). Il dispositivo, ha dimostrato la sua efficacia in diversi test, riuscendo a perforare anche armature in Kevlar e lastre di metallo. La versione “non letale” del PIKL va sotto il nome di Pulsed Energy Projectile (PEP). Questo dispositivo è in grado di stordire uomini e animali, causando forti dolori e temporanea paralisi. La documentazione sui possibili effetti a lungo termine provocati dall’arma è però insufficiente.

 

Il principale ambito di applicazione previsto per il PEP viene indicato in scenari di controllo dell’ordine pubblico. Un’altra delle applicazioni possibili è quella di presidio dei check point o come deterrente in situazioni non chiare di potenziale pericolo, quando un autoveicolo, per esempio, dovesse avvicinarsi disattendendo i consueti segnali di riconoscimento e di blocco. In tal caso il militare, dovendosi difendere, non sarebbe piú costretto a chiedersi se attendere o sparare, infatti, potrebbe inibire l’autista risparmiandogli comunque la vita. Un’arma simile potrebbe cambiare le consuete regole di ingaggio. Fra l’altro, un dispositivo che non lascia segni, né prove dell’aggressione potrebbe essere usato a discrezione dell’operatore con la massima libertà, senza timore di ripercussioni legali. Una simile arma potrebbe anche essere in grado di bloccare i veicoli in quanto il suo impulso elettromagnetico interferirebbe con i sistemi elettronici di iniezione. Il raggio d’azione del PEP è di circa 2 chilometri. In linea generale occorre precisare che lo sviluppo di questo tipo di armi appare problematico, data la grande potenza dell’emissione elettromagnetica richiesta. La focalizzazione delle onde radio richiede inoltre l’uso di antenne di grandi dimensioni poco maneggevoli e facilmente vulnerabili alle armi da fuoco efficaci invece da distanze operative molto maggiori di quelle del PEP.

 

 

Armi a microonde

 

L’uso di armi a microonde è stato ipotizzato immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale per il loro forte impatto negli organismi viventi. I primi a sperimentare le microonde furono i sovietici. Fonti CIA riportano un episodio che aprí la strada agli studi americani sulle microonde e sui loro possibili impieghi bellici: dal 1970 in poi, l’ambasciata americana a Mosca, a piú riprese, fu oggetto di un’insolita quanto pericolosa “sperimentazione”. I servizi segreti sovietici misero in atto un piano a lungo termine volto a minare l’integrità del personale diplomatico e il suo livello operativo. A causa di un’esposizione prolungata a microonde di bassa intensità i diplomatici americani subirono pesanti danni fisici e psichici. Oltre all’insorgenza di diverse forme tumorali vennero documentati anche diversi casi di patologie di ordine psicologico e in particolare cognitivo. È noto che i tessuti umani possono essere danneggiati dalle microonde in modo differente a diversi livelli di intensità. Fra gli effetti si registrano l’insorgenza di tumori, di patologie dermatologiche di diversa natura, di impotenza o indebolimento delle difese immunitarie, danni a carico della retina, danni genetici, amnesie, demenza, sindromi depressive, paranoia e numerosi altri effetti collaterali a breve, medio e lungo termine.

 

Active Denial System o “raggio del dolore”

 

L’ADS è in grado di indirizzare un fascio di microonde ad altissima frequenza verso un bersaglio determinato. Il cosiddetto Pain Ray è classificato fra le “armi non letali” in quanto il fascio irradiato a 93 GHz penetra sotto la cute soltanto per alcuni millimetri e agisce sulle terminazioni nervose dando luogo ad un’intensissima sintomatologia dolorosa. Nel giro di 1 o 2 secondi chi viene colpito dal raggio ha la netta sensazione di bruciare vivo. L’insopportabile sensazione dolorosa però svanisce non appena si spegne il dispositivo o si esce dal suo raggio d’azione. Ufficialmente lo scopo di tale strumento bellico sarebbe quello di distogliere qualsiasi nemico dal compiere azioni ostili. Gli utilizzi tattici delle armi a microonde sono elencati in diversi documenti ufficiali e una delle applicazioni piú frequentemente citate riguarda il controllo delle folle e l’ordine pubblico.

 

Negli esperimenti condotti su alcune centinaia di volontari il tempo di esposizione massimo è stato fissato in 3 secondi, ma secondo alcune fonti, soltanto una “cavia” sarebbe riuscita a resistere tanto a lungo. Il “raggio del dolore” non provocherebbe danni permanenti, tuttavia, in base ad altri rapporti risultano possibili gravi ustioni cutanee nel caso in cui l’esposizione si protragga per 250 secondi o piú. Una volta terminata l’esposizione il dolore scompare immediatamente e sul corpo non rimane alcun segno a testimoniare l’aggressione. Durante i test alle “cavie” venivano fatti togliere gli occhiali e tutti gli altri oggetti metallici, in quanto potevano creare degli hot spots, capaci di provocare ustioni piú o meno gravi.

 

I dispositivi suddetti possono essere stanziali oppure mobili, montati su veicoli militari tipo Humvee. L’ADS, Active Denial System può essere montato anche su aerei. Come confermato da alcune fonti l’ADS non ha la funzione di distruggere persone o cose, serve per garantire l’ordine pubblico, tuttavia c’è sempre la possibilità di aumentarne la potenza qualora se ne presenti la necessità. Un dispositivo simile è stato utilizzato anche per far brillare ordigni inesplosi ed è stato montato su appositi veicoli (Ionatron). Fra le problematiche tecniche connesse all’uso di tali apparati vi è la grande quantità di energia richiesta per garantirne il funzionamento ciò che ne diminuisce la praticità rispetto alle armi convenzionali. È in corso di studio la possibilità di dotare di armi ADS in versioni piú maneggevoli le forze dell’ordine e gli addetti alla sorveglianza di strutture di rilevante importanza.

 

 

E-Bombs, Electromagnetic Pulse, High Powered Microwave (HPM)

 

Si tratta di ordigni progettati in modo tale da sfruttare uno dei side-effects delle esplosioni nucleari producendo impulsi elettromagnetici di elevatissima potenza compresi in un range dai 4 ai 20 GHz. Le onde comprese in tali frequenze, infatti, sono capaci di danneggiare irrimediabilmente un gran numero di apparati elettrici ed elettronici, se privi di adeguate protezioni, mentre è praticamente nullo su persone e cose, eccezion fatta per quelle piú prossime alla zona dell’esplosione. Tale arma, in zona di guerra, può servire a distruggere sistemi informatici, telefonici, elettrici e radiotelevisivi del nemico. Il fenomeno avviene senza che l’esplosione dia luogo a danni fisici considerevoli: i dispositivi di questo tipo, infatti, liberano la propria energia nell’atmosfera, senza produrre fenomeni sonori o visivi di straodinario impatto. Il Report of the Commission to Assess the Threat to the United States from Electromagnetic Pulse (EMP) Attack (Volume 1: Executive Report 2004, 13) riporta quanto segue:

 

«EMP produces nearly simultaneous upset and damage of electronic and of other electrical equipment over wide geographic areas, determined by the altitude, character, and explosive yield of the EMP-producing nuclear explosion. Since such upset and damage is not encountered in other circumstances and particularly not remotely to the same scale, the normal experience of otherwise skilled system operators and others in positions of responsibility and authority will not have prepared them to identify what has happened to the system, what actions to take to minimize further adverse consequences, and what actions must be carried out to restore the impacted systems as swiftly and effectively as possible».

 

Russia e Stati Uniti risultano essere le potenze militari piú avanzate da questo punto di vista. Soprattutto l’esercito russo disporrebbe di un variegato arsenale di E-bombs che vanno dalla versione portatile, dalle dimensioni di una valigetta alle versioni piú pesanti, che necessitano di un aereo per essere sganciate sull’obiettivo. In anni recenti (2000) anche una potenza in via di sviluppo come l’India, ha fatto i primi test su simili armamenti (progetto Kali 5000 - Kilo-ampere linear injector). Tutto ciò deve far riflettere sulle possibilità di una catastrofe sociale e tecnologica: l’esplosione di simili dispositivi, infatti, può paralizzare completamente e in pochi istanti una nazione tecnologicamente avanzata. Basti pensare, per esempio, a città, a intere metropoli e regioni dove tutti i servizi essenziali sono controllati elettronicamente: un’esplosione di tipo HPM bloccherebbe la produzione di energia, la distribuzione dell’acqua, le comunicazioni, i trasporti, etc… Le conseguenze sarebbero a dir poco drammatiche. Nel caso venisse colpito il sistema di controllo di una centrale nucleare potrebbero aversi seri incidenti, tuttavia alcune fonti autorevoli rilevano quanto segue: «Nuclear plants produce roughly 20% of the Nation’s [USA] generation and have many redundant fail-safe systems that tend to remove them from service whenever any system upset is sensed. Their safe shut down should be assured, but they will be unavailable until near the end of restoration» (Report of the Commission to Assess the Threat to the United States from Electromagnetic Pulse (EMP) Attack, Volume 1: Executive Report 2004, 21».

 

Ben piú rilevanti invece sarebbero gli effetti sulle telecomunicazioni:

 

«Based upon results of Commission-sponsored testing, an EMP attack would disrupt or damage a functionally significant fraction of the electronic circuits in the Nation’s civilian telecommunications systems in the region exposed to EMP. The remaining operational networks would be subjected to high levels of call attempts for some period of time after the attack, leading to degraded telecommunications services.

Key government and civilian personnel will need priority access to use public network resources to coordinate and support local, regional, and national recovery efforts, especially during the interval of severe network congestion.

To offset the temporary loss of electric power, telecommunications sites now utilize a mix of batteries, mobile generators, and fixed-location generators. These typically have between 4 and 72 hours of backup power available, and thus will depend on either the resumption of electrical utility power or fuel deliveries to function for longer periods of time.

For some of the most critical infrastructure services such as electric power, natural gas, and financial services, assured communications are necessary - but aren’t necessarily sufficient - to the survival of that service during the initial time-intervals after an EMP attack. Therefore, a systematic approach to protecting or restoring key communications systems will be required» (Report of the Commission to Assess the Threat to the United States from Electromagnetic Pulse (EMP) Attack, Volume 1: Executive Report 2004, 28).

 

 

Armi acustiche

 

Si tratta di armi che impiegano un fascio di onde ultrasoniche in grado di trasportare una quantità considerevole di energia che può interagire con il corpo umano. I fasci ultrasonici di frequenza adeguata possono mettere in risonanza gli organi dell’equilibrio, provocando vertigini o nausea, o l’intestino, provocando fastidiosi effetti collaterali.

È noto che gli scienziati nazisti avevano costruito un “cannone ultrasonico” in grado di abbattere un aereo. Il dispositivo fu ricostruito nel 1949 da un tecnico americano, Guy Obolensky, ma il Pentagono, che aveva già sperimentato dispositivi analoghi durante la guerra, non dimostrò alcun interesse per l’arma, in quanto non competitiva rispetto ad un tradizionale cannone antiaereo, piú potente e molto meno ingombrante.

 Diverso è il caso di un dispositivo sviluppato e sperimentato per il DoD statunitense e chiamato “barriera ultrasonica” che emette intorno ad un’area localizzata fasci di ultrasuoni che provocano effetti sempre piú gravi via via che ci avvicina alla sorgente. Lo svantaggio è che la potenza di un’arma ad ultrasuoni, a differenza di quella di un proiettile, decresce con il quadrato della distanza dall’obiettivo ed è quindi inutilizzabile contro un nemico sufficientemente distante.

 

 

Le armi "a colla"

 

 Il fucile “lancia-colla” è in dotazione ad alcuni corpi di polizia metropolitana negli USA ed è stato usato dalle truppe americane durante l’operazione Restore Hope in Somalia nel 1995. Si tratta di un dispositivo ad aria compressa che lancia fino ad una distanza di qualche decina di metri un liquido che, nel giro di alcuni secondi, solidifica bloccando completamente i movimenti della persona colpita. La vittima viene successivamente liberata cospargendola di un idoneo solvente. La colla ha la caratteristica di essere permeabile ai gas, anche dopo essere solidificata e ciò garantisce a chi viene colpito di continuare a respirare agevolmente. Le autorità militari garantiscono che sia la colla che il solvente sono del tutto atossici. L’arma ha tuttavia il difetto di essere ingombrante, pesante, difficile da maneggiare e con un numero estremamente limitato di munizioni. Il limite piú grande tuttavia è dato da una gittata corta, di gran lunga inferiore a quello della piú piccola arma da fuoco convenzionale. In pratica un’arma di questo tipo appare di ben scarsa utilità.

 Le “barriere adesive” sono invece costituite da bande di tessuto di fibra di vetro ricoperte di un potente adesivo che polimerizza quasi istantaneamente sotto un carico di qualche decina di kg. Una volta fissate al suolo, bloccano, incollandoli al terreno, sia chi le calpesti a piedi, sia le ruote di un automezzo. Le barriere adesive sono state concepite come alternativa non letale ai campi minati ed alle barriere di filo spinato per la difesa di aree limitate di territorio. Anch’esse sono state usate dalle truppe USA in Somalia, tuttavia, si sono mostrate completamente inefficaci potendo ovviamente essere facilmente neutralizzate con lo spargimento di sabbia, terra o qualsiasi altro materiale.

 

 

 

APPROFONDIMENTI

 

 

Possibili impieghi nelle operazioni di ordine pubblico

 

In occasione di importanti vertici politici ed economici internazionali si sono piú volte evidenziati tutti i limiti delle forze dell’ordine nel gestire gli episodi di violenza con gli ormai obsoleti strumenti in dotazione. Sfollagente e lacrimogeni spesso non sono in grado di soddisfare le attuali esigenze di ordine pubblico che si basano sulla necessità di evitare lo scontro e di provocare il minor danno possibile alle persone identificando ed isolando i criminali. L’uso di mezzi blindati e cingolati risulta spesso sproporzionato ed irreale in ambienti urbani ristretti o affollati. Per questi motivi diversi paesi hanno ipotizzato l’uso delle “armi non letali” (NLW) per far fronte alle operazioni di pace, nelle quali il “nemico” è spesso rappresentato da gruppi di civili, manifestanti e miliziani e dove l’uso delle armi tradizionali in dotazione ai militari risulta eccessivo soprattutto alla luce degli obiettivi di pacificazione tipici di queste operazioni.

 

Sviluppate inizialmente nell’ambito della dottrina statunitense nota come Military Operations Other Than War (Operazioni militari diverse dalla guerra), le armi non letali coprono oggi una vasta gamma di impieghi con numerosi sistemi già operativi o in fase di sviluppo riscuotendo anche l’interesse della NATO, della UEO e di molti corpi di polizia. Tra le diverse tipologie di armi non letali già testate ve ne sono molte che sembrano adatte ai compiti di contenimento di folle di rivoltosi. Le pallottole di gomma e le granate flash-bang, cioè accecanti-assordanti, possono essere considerati i primi rustici esempi di armi non letali, ma in futuro nuovi sistemi, ben piú efficaci, potrebbero entrare in servizio per proteggere installazioni, rendere piú docili gli agitatori e “marcare” gli individui piú pericolosi per facilitarne il riconoscimento e l’arresto.

 

Tutti questi sistemi, e molti altri ancora, sono già stati testati e sono in dotazione sperimentale ai reparti antisommossa di molte forze di polizia, tuttavia ad essi si aggiungeranno presto armi piú sofisticate ancora in fase di sviluppo. Emettitori acustici di infrasuoni a bassissima frequenza capaci di provocare nausea e stordimento rendendo inoffensivi gli aggressori sono stati usati nell’ex Unione Sovietica fin dal 1980 per tenere lontani i curiosi dai perimetri di basi e poligoni militari. A distanza ravvicinata tuttavia possono causare danni permanenti agli organi interni. La pistola Vortex, ad esempio, emette onde d’urto verso il corpo umano che, a seconda della regolazione d’intensità, possono provocare un lieve fastidio oppure emettere onde capaci di ledere organi interni e causare traumi potenzialmente letali. Sono in fase di studio anche armi che emettono impulsi luminosi ad alta intensità e luci stroboscopiche (note anche come Dream Machine) in grado di disturbare il sistema nervoso centrale causando vertigini, disorientamento e nausea.

 

Neutralizzare senza uccidere o distruggere sembra essere una delle sfide piú difficili per le nuove tecnologie. Negli ultimi venti anni sono stati sviluppati sistemi per attaccare centrali elettriche (bombe a grafite o Black Out bomb) o rendere inefficaci gli apparati elettronici ma il problema del controllo delle persone ostili risulta ancora il piú difficile da risolvere. Ormai tutte le operazioni militari svolte da paesi occidentali prevedono una fase di peace-enforcing e di peace-keeping, nella quale emergono spesso contrasti che non possono essere affrontati nel migliore dei modi impiegando le armi da fuoco. Per definirsi non-letale un’arma deve essere in grado di bloccare un avversario, anche molto “turbolento”, senza ucciderlo, ma anche senza provocare alcun danno permanente, per quanto di lieve entità. Non solo, per essere realmente efficace, un sistema di questo tipo dovrebbe funzionare a grande distanza, avere un effetto immediato ed essere leggero e facile da usare. Un traguardo ambizioso dunque e in parte ancora da raggiungere.

 

Ancora oggi si usano a questo scopo le pallottole di gomma o di materiale spugnoso. In realtà, benché definite non-letali esse hanno provocato decine di morti e accecato moltissime persone a causa di distanze di impiego troppo ridotte o procedure errate. In tal senso non sono migliori i gas lacrimogeni (CS, CN e CR) che, oltre ad essere pericolosi se impiegati in elevate concentrazioni, sono anche dei sospetti cancerogeni. Non meno rischioso inoltre può essere l’impiego dei gas disabilitanti. Gli sforzi piú concreti per sviluppare le NLW sono stati portati avanti dagli Stati Uniti ed i primi sistemi innovativi hanno visto un impiego limitato durante l’operazione Restore Hope in Somalia nel 1993 e successivamente nel 1995 [In early 1995, USMC LtGen Anthony Zinni, charged with protecting the final withdrawal of United Nations forces from Somalia, explored the prospects of using NLW to accomplish his mission and asked for a quick response for the fielding of Non-lethal Capability Sets (NLCS). The US Marine Corps and the US Army teamed to provide available NL capabilities for use in and around Mogadishu. LtGen Zinni’s aggressive support added credibility to the NL effort]. Ma è stato dieci anni dopo, nella fase successiva alle piú estese operazioni militari in Iraq, che le armi non letali sono state utilizzate con frequenza.

 

Uno degli strumenti piú efficaci, in uso ormai da anni in molte forze di polizia, è il Taser, una pistola in grado impartire, attraverso elettrodi e cavi lanciati a 5-6 metri di distanza, una scarica elettrica ad alto voltaggio e basso amperaggio in grado di bloccare una persona. L’effetto dura solo qualche minuto e non crea lesioni di alcun tipo. Il termine Taser è un marchio depositato della Taser International, Inc. ed è l’acronimo di Thomas A. Swift’s Electronic Rifle, dove Tom Swift è il nome del personaggio di un fumetto. Questo termine è usato per riferirsi a dei dispositivi classificati come armi da difesa “meno che letali” che fanno uso dell’elettricità per far contrarre i muscoli del soggetto colpito. Furono inventati nel 1969 da Jack Cover ma i modelli piú efficaci sono stati progettati a partire dal 1998. Amnesty International lamenta che dal 2001 siano morte 142 persone colpite dai Taser, di contro Taser International afferma che i Taser non hanno mai causato decessi. I medici legali dichiarano che i Taser sono stati una delle cause che hanno contribuito alla morte di 10 persone (le altre cause concorrenti sono state, ad esempio, l’assunzione di un grosso quantitativo di droga e l’eccessivo sforzo fatto per resistere all’arresto).

 

Un principio diverso e comunque efficace è quello del “pepper gun”, una pistola in grado di lanciare Oleoresin capsicum (OC) con effetti infiammatori immediati. Tra i sistemi piú originali, e a volte quasi ridicoli, ci sono schiume collose in grado di bloccare la persona piú esagitata, oppure le “stinky bombs”, granate in grado di diffondere miasmi insopportabili. Le sostanze caustiche hanno il difetto di produrre incalcolabili sofferenze se l’obiettivo è un essere umano, inoltre possono provocare danni sul piano ecologico se impiegate su larga scala. Ancora piú surreali sono le sostanze iperscivolanti, che rendono ogni superficie piú viscida del ghiaccio. Ma si tratta pur sempre di sistemi molto limitati. Il sistema migliore sarebbe un apparato semplice e leggero, impiegabile a vari livelli di potenza. Esistono studi in tal senso, ma sviluppare qualcosa di simile che sia “sicuramente non-letale”, che non accechi, non provochi ustioni, sia leggero, economico e facile da impiegare non è cosa facile. Un oggetto vagamente simile, seppure in grande scala, è lo Zapper, un’arma ad energia diretta in grado di indurre una sensazione di bruciore sulla pelle. Prima della sua introduzione in servizio saranno però necessari ancora moltissimi test per valutarne l’effettiva non-letalità. Per adesso è ancora evidente che nella maggior parte di questi sistemi il sottile confine tra letale, fortemente invalidante e non letale rimane ancora piuttosto indistinto. Inoltre, anche gli apparati che vantano un buona affidabilità, come il Taser, hanno altri difetti, come la portata limitata, la bassa “cadenza di fuoco” e la facilità di neutralizzazione con qualche contromisura (per esempio, rivestimenti isolanti). Anche in caso di grandi progressi le armi non letali non soppianteranno gli armamenti convenzionali però daranno ai comandanti e ai soldati maggiori possibilità operative, evitando la perdita di molte vite umane. [la solita scusa si salvano le vite di molti "soldati" propri sacrificando quelle di molti civili del nemico]

 

Le armi non letali nell’impiego bellico

 

La nuova tecnologia della repressione sta diventando piú sofisticata, piú potente e piú diffusa a causa di un marketing aggressivo da parte dei produttori e dei distributori che forniscono sia i mercati civili che militari. Le medesime tecnologie si stanno rapidamente diffondendo non solo tra gli eserciti nazionali, ma anche fra gli arsenali della polizia, delle agenzie paramilitari e di sicurezza interna degli Stati. Produttori come la Alliant Tech Systems (Stati Uniti), la Civil Defence Supply (Regno Unito), o la Stun Tech (Stati Uniti) promuovono ampiamente queste nuove tecnologie. Purtroppo le alternative “non-letali” possono anche favorire il ricorso alla violenza mortale, sia nella guerra che in “operazioni diverse dalla guerra”, dove i principali obiettivi sono civili.

 

L’altra principale applicazione delle nuove tecnologie della repressione è, infatti, proprio la guerra. Gli eserciti di tutto il mondo sono favorevoli ad abbracciare la nuova dottrina della guerra non-letale. Il concetto è emerso negli Stati Uniti negli anni 1990, spesso di fronte all’incredulità degli studiosi. I suoi sostenitori sono stati in gran parte scrittori futuristi come Alvin e Heidi Toffler e scrittori come Janet Morris e Chris Morris che hanno trovato un’eco favorevole nei laboratori militari di Los Alamos, Oak Ridge e Lawrence Livermore.

 

Il Pentagono e il Dipartimento di Giustizia hanno accolto di buon grado questa dottrina, sperando di trovare un sistema in grado di togliere argomenti al potere dei mass-media, e permettere in qualche modo alle forze dell’ordine di prevalere senza il ricorso cruento alla forza. Paradossalmente c’è il pericolo che tali armi vengano usate per infliggere sofferenze gratuite, cosicché la “non violenza” di Stato induca le vittime a rispondere con la violenza aperta. I regimi dittatoriali potrebbero anche utilizzare le armi non-letali per provocare deliberatamente una sommossa e in tal modo creare un pretesto per arrestare i “colpevoli”. Alcuni autori sostengono, infatti, che il termine “non-letale” dovrebbe essere abbandonato, non solo perché copre una varietà di armi molto diverse, ma anche perché può essere pericolosamente fuorviante. Le armi ideate allo scopo di evitare gli effetti letali, infatti, potrebbero anche essere impiegate per aumentarli. Le armi sviluppate per usi di polizia potrebbero incoraggiare la militarizzazione delle forze di polizia o essere impiegate addirittura per la tortura. Per questi ed altri motivi sarebbe opportuno proporsi alcuni obiettivi:

 

- stabilire criteri indipendenti dalla ricerca commerciale o governativa per determinare gli effetti biomedici delle cosiddette armi non-letali;

 

- porre in atto delle convenzioni umanitarie che impongano limiti precisi all’adozione e all’impiego di tali armi;

 

- verificare tutte le implicazioni sociali e politiche connesse all’uso di tali tecnologie pianificando adeguati interventi legislativi a salvaguardia della democrazia e delle libere istituzioni. Se i legislatori vogliono evitare che queste tecnologie vengano utilizzate per violare i diritti umani, infatti, dovranno adottare severi codici di condotta e idonei regolamenti applicativi.

 

 

 

Alcune valutazioni etiche

 

Al di là dei facili entusiasmi per le accresciute capacità difensive (e inevitabilmente offensive) tutte le armi appaiono risolutive fino a quando i potenziali avversari non dispongono a loro volta delle stesse possibilità. In tal caso si perde sia l’effetto deterrente, sia il vantaggio tattico che l’arma garantiva. Qualunque vantaggio, per quanto grande, prima o poi è destinato ad essere colmato, pertanto la domanda che sorge inevitabilmente è: quale potrebbe essere lo scenario operativo nel caso in cui entrambe le parti in conflitto dispongano delle stesse tecnologie? In caso di conflitto (asimmetrico o no) quali garanzie possono essere fornite contro l’eventualità che armi cosí pericolose e potenzialmente disumane, concepite per essere “non letali”, non vengano invece utilizzate in modalità letale? In questo caso le conseguenze potrebbero essere di gran lunga peggiori di quelle di un conflitto condotto solamente con armi convenzionali. Per quanto si tratti della scelta comunque nefasta fra l’uccidere o l’essere uccisi è sicuramente meno disumana un'arma da fuoco rispetto ad un'arma a microonde o ad un laser di elevata potenza, per tacere di armi come quelle al plasma e ad impulsi (PIKL).

 

A tal proposito gravi preoccupazioni desta il commercio delle armi, una giungla dominata esclusivamente dagli interessi economici e in cui la corruzione è una costante a dispetto degli asseriti “controlli governativi”. Lo sviluppo di nuove armi purtroppo costituirà una minaccia ulteriore. Purtroppo gli Stati, con i loro intangibili segreti e la loro diplomazia poco lungimirante, sono spesso i primi attori del traffico delle armi presentandosi tanto in veste di produttori quanto di clienti. Per questi ed altri motivi le campagne di controllo organizzate da organismi internazionali quali BM, FMI e OCSE spesso non sono risolutive ed affidabili. In una condizione d’interdipendenza fra le nazioni, la produzione tecnologica applicata al settore militare avviene non solo attraverso i finanziamenti degli Stati nazionali, ma spesso coinvolge piú Stati, insieme ai grandi centri di ricerca delle imprese private. Questo pone un serio problema per quanto riguarda la possibilità di un serio controllo pubblico, soprattutto nei confronti delle lobbies tecnologiche e industriali che viceversa influiscono pesantemente nella vita delle stesse società democratiche. Un tempo a scuotere le coscienze del mondo scientifico intervenivano scienziati come quelli riconosciutisi nel Manifesto Russell-Einstein, oggi altri scienziati hanno posto il problema dell’accesso ai risultati scientifici e del loro controllo pubblico.

 

La loro lotta si rivolge spesso contro le lobby militari industriali e contro il segreto militare a tutto vantaggio del diritto alle informazioni, al controllo e alla limitazione del commercio degli armamenti, ma ancor piú a favore della riconversione e della diversificazione industriale con riguardo alle implicazioni occupazionali e finanziare nazionali e internazionali.. Non meno importante è l’impegno, tanto silenzioso quanto coraggioso, dei lavoratori del settore bellico che in diversi paesi europei hanno portato alla formazione di centri di ricerca per la riconversione industriale: l’ACP in Gran Bretagna, lo SCHIFF e il BIFF in Germania, il COPRI in Danimarca, il DRPC in Svezia. I risultati della scienza e le sue possibili applicazioni, è risaputo, sono sempre stati al centro dell’interesse politico e militare, per questo urge un controllo democratico su ciò che avviene nei centri di ricerca, nei laboratori e nelle industrie.

 

La logica esasperata della privatizzazione della conoscenza, clamorosamente evidente nella moderna normativa sui brevetti, mette spesso a repentaglio non solo la salute pubblica e la vivibilità dell’ambiente, ma anche la pace e la sicurezza dell’intero genere umano. Occorre una saggia moderazione delle spese militari insieme ad una strategia politica volta a favorire il benessere dell’umanità e a garantire i delicati equilibri ecologici attraverso un uso democratico della scienza e dello sviluppo tecnologico. Sono obiettivi ideali ma pur sempre realizzabili attraverso un’accresciuta consapevolezza collettiva dei rischi insiti nell’attuale processo di globalizzazione. È dovere della comunità scientifica e delle persone di cultura contribuire a far divenire coscienza comune l’idea che la pace nasce solo dalla prevenzione dei conflitti, tramite accordi che risultino accettabili ad entrambe le parti, non dalla vittoria di una parte o dal possesso di armi che possano imporre la pace: il sogno di Nobel ed Einstein dell’”arma che ponga fine alle guerre” si è dimostrato finora irrealizzabile.

 

In ogni caso «le armi non sono mai assimilabili agli altri beni che possono essere scambiati sul mercato mondiale o interno. Certo, il possesso di armi può avere un effetto dissuasivo, ma le armi hanno anche un’altra finalità. Esiste, infatti, un rapporto stretto e indissociabile tra le armi e la violenza. È in ragione di questo rapporto che le armi non possono in nessun caso essere trattate come semplici beni commerciabili. Cosí pure, nessun interesse economico può da solo giustificare 1a loro produzione o il loro trasfe­rimento: “Neanche qui la legge del profitto può ritenersi suprema”. Che il commercio delle armi coinvolga o no direttamente lo Stato, spetta a lui il dovere di vegliare che esso sia sottoposto a un controllo molto rigoroso. Infatti, è innegabile che “la vendita arbitraria di armi, soprat­tutto a paesi poveri, rappresenta uno degli attentati piú gravi alla pace”» (PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Il commercio internazionale delle armi. Una riflessione etica, LEV, Città del Vaticano 1994, 14).

 

 

Fonti [cessi] consultate

 

USAF

Northrop Grumman

Federation of American Scientists

Zeus Sparta

Sandia Laboratory

Globalsecurity.org

 

 

Brevi note [cessi] bibliografiche

 

Non-lethal Weapons for Law Enforcement: Research Needs and Priorities. A Report to the National Science Foundation, Security Planning Corporation, 1972.

 

ACROYD C., MARGOLIS K., ROSENHEAD J., SHALLICE T., The Technology of Political Control, Penguin Books, Middlesex, UK, 1977.

 

ALHADEFF J., Le armi inabilitanti non-letali, Franco Angeli, Milano 1999.

 

AMNESTY INTERNATIONAL, AI-USA: Police Use of Pepper Spray is Tantamount to Torture, 07-11-1997.

 

COMITATO INTERNAZIONALE DELLA CROCE ROSSA, Le projet Sirus: déterminer quelles armes causent des “maux superflus”, Ginevra, 1998.

 

JANET MORRIS J. - MORRIS CH., Non-lethality: A Global Strategy, Morris & Morris, West Hyannisport, MA, 1994.

 

NAJMAN M., Gli americani preparano le armi del XXI secolo, in Le Monde diplomatique, febbraio 1998.

 

PASTERNAK D., Wonder Weapons, in U.S. News, 07-07-1997.

 

POLCARO V. F., L’imbroglio dell’intervento chirurgico, in MARENCO F. (ed.) Imbrogli di guerra, Odradek, Pisa, 1999.

 

POLCARO, V. F., I rischi per la pace derivanti dallo sviluppo di sistemi di difesa antimissile, memoria presentata al Convegno Cultura, Scienza e Informazione di fronte alle nuove guerre, Politecnico, Torino, 22-23 giugno 2000.

 

ROCKE L., Injuries caused by plastic bullets compared... rubber bullets, in Lancet, 23-04-1983, 919-20.

 

SALEM H. - OLAJOS N. J. - MILLER L. M. - THOMSON S. A., Capsaicin Toxicology Review, US Army Edgewood Research, Development and Engineering Center, Life Sciences Department (1993).

 

TOFFLER A. - TOFFLER H., War and Anti-War. Survival at the Dawn of the 21st Century, Little Brown & Co., Londra 1994.

 

WILLIAM A., Conflitto e sopravvivenza in The Guardian, 09-12-1997.

 

WRIGHT ST., Undermining Nonviolence: The Coming Role of New Police Technologies, in Ghandi Marg, v. 14, n. 1, 1992, 157-65.

 

 

Acronimi ufficiali [pericolosi telepaticamente] utili per la comprensione della tematica

 

Joint Non-Lethal Weapons Program Acronyms

 

 

ACTD                   Advanced Concept Technology Demonstration

AD-P                    Area Denial - Personnel

ADS                     Active Denial System

ADT                     Active Denial Technology

AD-V                    Area Denial – Vehicle

ANLM                   Airburst Non-Lethal Munition

APL                     Anti-Personnel Landmine

APLA                   Anti-Personnel Landmine Alternatives

ATD                     Advanced Technology Demonstration

ATL                      Advanced Tactical Laser

AWE                    Advanced War fighting Experiment

BLWE                  Battle Lab War fighting Experiment

CBRNE                Chemical, Biological, Radiological, Nuclear, and/or High-Yield Explosive

DE                       Directed Energy

DIS                      Distributed Interactive Simulation

EBHEM                Experimental Basis for Human Effects Modeling

EFDS                   Epoxy Foam Denial System

EMP                    Electromagnetic Pulse

GBL                     Ground Based Laser

HEAP                   Human Effects Advisory Panel

HENLM                Hand Emplaced Non-Lethal Weapon

HEPAT                 Human Effects Process Action Team

HERB                   Human Effects Review Board

HMMWV              Highly Mobile Multi-purpose Wheeled Vehicle

HPM                    High Power Microwave

INIWIC                  Inter-service Non-Lethal Individual Weapons Instructors Course

JNLCSS               Joint Non-Lethal Capability Set Study

JNLWD                 Joint Non-Lethal Weapons Directorate

JNLWM                Joint Non-Lethal Warning Munition

JNLWP                 Joint Non-Lethal Weapons Program

MDS                    Mobility Denial System

MK-19 NLSR         MK-19 Non-Lethal Short Range Munition

MK-19 NLLR         MK-19 Non-Lethal Long Range Munition

MOOTW               Military Operations Other Than War

NLCDC                 Non-Lethal Crowd Dispersal Cartridge

NLG                     Non-Lethal Grenades

NLMM                  Non-Lethal Mortar Munition

NLMPM                Non-Lethal Munition Payload Module

NLW                    Non-Lethal Weapons

NTARS                 Non-Lethal Technology and Academic Research Symposium

NTIC                     Non-Lethal Technology Innovation Center

OC                       Oleoresin Capsicum

PEO                     Peace Enforce Operations

PEP                     Pulsed Energy Projectile

Pk                        Probability of Kill

PKO                     Peace Keeping Operations

PO                       Peace Operations

PSYOP                Psychological Operations

ROE                     Rules of Engagement

ROF                     Rate of Fire

SASO                  Stability and Support Operations

THEEP                 Target Human Effects Evaluation Plan

TUGV                   Tactical Unmanned Ground Vehicle

VRG                     Vortex Ring Gun

 

http://www.liberta.virtuale.org/uragano/implicazioni_militarI_CLIMA.htm

 

IMPLICAZIONI MILITARI NEL CONTROLLO CLIMATICO

Chossudovsky, in questa incredibile e dettagliata indagine, dimostra come l'aumento delle temperature non sia l'unica causa dell'estrema instabilità climatica che, negli ultimi anni, ha devastato le più importanti regioni del mondo. L'aviazione americana è in grado di manipolare il clima. Può addirittura provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti. Il Dipartimento della Difesa ha destinato elevate somme di denaro allo sviluppo e al perfezionamento di queste tecnologie.

Possibilità di modificare le condizioni climatiche, generando anche uragani.

"Si definisce guerra ambientale la modifica intenzionale, o la manipolazione, del sistema ecologico che interessa il clima e i fenomeni metereologici, gli strati  dell'atmosfera terrestre quali la ionosfera e la magnetosfera, il sistema della tettonica a zolle, e/o può innescare eventi sismici (terremoti) per provocare, a un bersaglio ben definito per ubicazione geografica, una volontaria distruzione fisica, economica e psico-sociale, prevista da una strategia di guerra".
(Eco News)

Quali sono le cause dell'estrema instabilità climatica che, negli ultimi anni, ha devastato le più importanti regioni del mondo?

Gli uragani e le tempeste tropicali hanno provocato gravissimi danni nei Caraibi. L'Asia e il Medio Oriente sono afflitti dalla siccità.
L'Africa occidentale è invasa da un enorme sciame di locuste, il più grande degli ultimi dieci anni.
Quattro terribili uragani e una tempesta tropicale, Alex, Ivan, Frances, Charley e Jeanne si sono susseguiti in un periodo di tempo molto breve. Si è, inoltre, verificato un evento senza precedenti nei Caraibi: l'isola di Grenada è stata completamente distrutta, sono morte 37 persone e i due terzi circa della popolazione dell'isola, 100.000 abitanti, è rimasta senza casa; ad Haiti si sono registrati più di duemila decessi e altre diecimila persone sono senza tetto. Anche la Repubblica Dominicana, la Giamaica, Cuba, le Bahamas e la Florida sono state distrutte. Negli Stati Uniti del sud, in Florida, Alabama, Georgia, Mississippi e le due Carolina, si sono registrati i danni maggiori nella storia del paese.Un'indagine, resa pubblica nel luglio 2003 dall'Organizzazione Metereologica Mondiale (O.M.M.), stabilisce, senza ulteriori ricerche, che la causa di questi fenomeni è l'aumento della temperatura del globo:

"Questi eventi senza precedenti [basse e alte temperature, elevate precipitazioni e siccità] concorrono nel calcolo delle medie mensili e annuali che, per quanto riguarda le temperature, hanno registrato un aumento graduale negli ultimi cento anni" dichiara l'OMM.(CNN, 3 luglio 2003
http://www.cnn.com/2003/WEATHER/07/03/wmo.extremes/)

Nonostante l'aumento delle temperature sia un fattore sicuramente importante, questo non è l'unica causa alla base di questi fenomeni metereologici atipici.

Guerra climatica
Vi è sicuramente stata una notevole espansione dell'arsenale adibito alla guerra climatica negli Stati Uniti, una priorità per il Dipartimento della Difesa. Mentre gli ambientalisti accusano l'amministrazione Bush per non aver firmato il Protocollo di Kyoto, la questione della "guerra climatica", cioè la manipolazione dei fenomeni metereologici a scopi militari, non viene mai menzionata.

L'aviazione americana è in grado di manipolare il clima sia a scopo sperimentale sia a scopi militari e segreti. Può addirittura provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti. Negli ultimi anni il Dipartimento della Difesa ha destinato elevate somme di denaro allo sviluppo e al perfezionamento di queste tecnologie.

La manipolazione climatica diverrà parte della sicurezza interna e internazionale e sarà sfruttata in maniera unilaterale... Sarà usata a scopi difensivi e offensivi e anche come deterrente. La capacità di generare precipitazioni, nebbia e temporali  e di modificare il clima, ... e la creazione di un clima artificiale, fanno parte di quelle tecnologie integrate che possono far aumentare la capacità statunitense, o diminuire quella degli avversari, di ottenere conoscenza, ricchezza e potere globale.
(US Air Force, neretto aggiunto. Air University of the US Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/ neretto aggiunto).

Anche se non esistono prove effettive che le strutture per la guerra climatica siano state deliberatamente impiegate dall'aviazione statunitense per modificare i fenomeni metereologici, queste tecniche sviluppate a scopo militare sono già state probabilmente testate, come si fa per le nuove armi.Ovviamente l'argomento è tabù per gli scienziati. La possibilità di manipolazioni climatiche e ambientali previste dall'esercito e dai servizi segreti, anche se tacitamente riconosciuta, non è considerata importante. Gli specialisti dell'esercito non si pronunciano a questo proposito, i meteoreologi non fanno ricerche e gli ambientalisti rimangono saldi sulla teoria del riscaldamento globale e sul Protocollo di Kyoto.

Ironicamente il Pentagono, pur ammettendo di poter modificare il clima mondiale a scopi militari, ha aderito alla teoria sull'aumento delle temperature.
Una importante ricerca ne ha analizzato nei dettagli le implicazioni.
Il documento del Pentagono è una copertura conveniente. Il programma di guerra climatica non viene assolutamente nominato: (HAARP)The High-Frequency Active Auroral Research Program, (Programma di Ricerca Aurorale Attivo ad Alta frequenza), che ha sede a  Gokona, Alaska - gestito unitamente dall'aviazione e dalla marina statunitensi.

Tabella 1 : Fenomeni metereologici atipici (2003-2004)

Alex, Ivan, Frances, Charley e Jeanne (agosto-settembre 2004): quattro terribili uragani e una tempesta tropicale si sono susseguiti in un periodo di tempo molto breve.

Si è inoltre verificato un evento senza precedenti nei Caraibi: l'isola di Grenada è stata completamente distrutta, sono morte 37 persone e i tre terzi circa della popolazione dell'isola, 100.000 abitanti, è rimasta senza casa; ad Haiti si sono verificati più di duemila decessi e altre diecimila persone sono senza tetto. Anche la Repubblica Dominicana, la Giamaica, Cuba, le Bahamas e la Florida sono state distrutte.
Negli Stati Uniti del sud, in Florida, Alabama, Georgia, Mississippi e le due Caroline, si sono registrati i danni maggiori nella storia del paese.

Brasile (marzo 2004): il primo uragano che si sia mai formato nell'Atlantico meridionale si è abbattuto sul Brasile con venti a una velocità di circa 90 miglia/h e ha causato più di una dozzina di morti.
“I meteoreologi sono letteralmente rimasti a bocca aperta quando hanno avvistato il ciclone di nuvole, con tanto di occhio ben definito, in un bacino oceanico dove non se n'erano mai visti prima”.
(WP, 19 Settembre 2004, per ulteriori informazioni
link di riferimento)

Giappone, Cina e Penisola Coreana: “Il numero dei tifoni abbatutosi sul Giappone ha superato ogni record, e le tempeste - una alla settimana per tutta l'estate - hanno causato disastri a Taiwan, in Cina e nella Penisola Coreana”. (Ibid)

Cina (agosto 2004): il tifone Rananim, il peggiore degli ultimi 48 anni, ha causato 164 morti e ferito più di 1800 persone nella provincia cinese di Zhejiang.
Le autorità meteorologiche cinesi hanno confermato che Rananim è stato il peggior tifone che abbia colpito la Cina dal 1956.
Secondo le stime ha mandato in rovina circa 13 milioni di persone.

Stati Uniti (maggio 2003): 562 tornado hanno colpito gli Stati Uniti, il record più alto nella storia, che supera di gran lunga quello precedente di 399 del giugno 1992.
(CNN, 3 luglio 2003) link di riferimento)

India (inizi 2003): un'ondata di caldo pre-monsonico ha causato picchi di temperatura compresi fra i 45 e i 49 gradi centigradi (113-120 gradi Fahrenheit), provocando la morte di più di 1400 persone.
(Ibid)

Sri Lanka: “piogge violente causate dal ciclone tropicale 01B hanno peggiorato le condizioni meteorologiche e provocato piene e slavine e più di 300 morti”.

(Ibid)

Europa occidentale (estate 2003): temperature estive straordinariamente elevate.
“Non si aveva un giugno così caldo in Svizzera da almeno 250 anni, mentre nella Francia meridionale le temperature sono aumentate rispetto alla media stagionale di 5-7 gradi centigradi (9-13 gradi Fahrenheit).
Anche in Inghilterra e Galles non si assisteva a un giugno così caldo dal 1976.” (Ibid)

La situazione uragani nel 2005:
la lista degli uragani del 2005 si rivela ancora più terribile dell'anno precedente.
Da quando si effettua la regolare catalogazione degli uragani (e cioè dal 1944), nella stagione degli uragani 2005 è stato raggiunto il numero record di 23 tempeste tropicali di cui 13 si sono trasformate in uragani.
Di questi 13 uragani, 7 sono stati catastrofici. Oltre al numero record di tempeste tropicali ed uragani, sono stati raggiunti anche valori record della intensità degli uragani catastrofici.
Il massimo numero di tempeste tropicali mai verificatosi dal 1944 era di 19, quantunque, in base agli archivi esistenti, il precedente record spetti in realtà al 1933 con 21 tempeste tropicali (ma a quei tempi non si effettuavano regolari catalogazioni). In termini di energia totale, l'energia cinetica complessiva delle tempeste tropicali del 2005 risulta essere al quarto posto dopo il 1950, il 1995 ed il 2004.
(Vglobale, 17 Novembre 2005 - per ulteriori informazioni, link di riferimento)
(NOAA, 15 Nov 2005, per ulteriori informazioni, link di riferimento)


Sono state formulate diverse teorie generali sui cambiamenti climatici e meteorologici, ma nessuna di esse spiega in maniera esauriente le cause di queste manifestazioni climatiche così atipiche e irregolari, per non parlare della perdita di vite umane e della distruzione che ha portato alla destabilizzazione di interi sistemi agricoli ed ecologici. Ovviamente queste teorie non menzionano il problema della manipolazione climatica a scopi militari.

La manipolazione climatica praticata dall'esercito americano: il programma HAARP
The High-Frequency Active Auroral Research Program (HAARP) con sede a Gokona, Alaska, esiste dal 1992.
Fa parte deli nuovi armamenti a tecnologia avanzata sotto il controllo dell' Iniziativa di Difesa Strategica degli Stati Uniti (S.D.I). Approntato dal Laboratorio di Ricerca dell'aviazione , Direzione Veicoli Spaziali, HAARP è un sistema di antenne così potenti da poter creare "modificazioni locali controllate della ionosfera" [lo strato più elevato dell'atmosfera]:

"[HAARP verrà usato] per provocare un cambiamento nella temperatura della ionosfera minimo e localizzato, cosicché le risultanti reazioni fisiche possano essere studiate da altri strumenti piazzati nello stesso sito o nei pressi di HAARP". (sito web di HAARP)

Nicholas Begich - attivista della campagna contro HAARP- lo descrive come:

"Uno strumento tecnologico super potente che emette onde radio in grado di raggiungere aree della ionosfera, si concentrano su di essa e la riscaldano. In seguito le onde elettromagnetiche rimbalzano sulla terra e penetrano qualsiasi cosa - viva o morta che sia." (per maggiori dettagli consultare Michel Chossudovsky, http://www.globalresearch.ca/articles/CHO201A.html)

Rosalie Bertel, scienziata di fama mondiale, definisce HAARP come "un gigantesco impianto di riscaldamento che può causare gravi danni alla ionosfera creando dei buchi, ma anche delle lunghe incisioni sullo strato protettivo che evita che il pianeta sia bombardato da radiazioni mortali". (citato in Chossudovsky, op cit.)

Secondo Richard Williams, fisico e consulente del laboratorio David Sarnoff di Princeton

HAARP è "un atto irresponsabile di vandalismo globale". Williams e altri scienziati temono un secondo stadio segreto in cui HAARP "proietterà ancora più energia nella ionosfera. Ciò potrebbe causare un grave danno nella parte superiore dell'atmosfera in un punto da cui si produrrebbero per anni effetti a rapida diffusione su tutto il pianeta per anni". (Citato in Scott Gilbert, Environmental Warfare and US Foreign Policy: The Ultimate Weapon of Mass Destruction, 
http://www.globalresearch.ca/articles/GIL401A.html)

HAARP è stato pubblicamente presentato come un programma di ricerca scientifica e accademica. Tuttavia documenti militari degli Stati Uniti sembrano suggerire che l'obiettivo principale di HAARP è di "sfruttare la ionosfera per scopi stabiliti dal Dipartimento della Difesa". (citato in Chossudovsky, op cit). 

Senza alcun esplicito riferimento al programma HAARP, una ricerca dell'Aviazione statunitense parla dell'uso di "modificazioni indotte nella ionosfera" come un mezzo per alterare i fenomeni metereologici e disturbare  comunicazioni e radar nemici. (Ibid)     HAARP può inoltre causare blackout e distruggere le centrali elettriche di intere regioni. 

L'analisi delle dichiarazioni emanate dall'esercito statunitense dimostra l'impensabile: la segreta manipolazione dei fenomeni metereologici, dei sistemi di comunicazione e delle centrali elettriche sono un'arma di guerra globale che permette agli Stati Uniti di infastidire e dominare intere regioni del mondo.

Guerra climatica: una miniera d'oro
HAARP è in funzione sin dai primi anni '90. Inizialmente il sistema di antenne in uso a Gakona, Alaska, si basava su una tecnologia brevettata dalla Advanced Power Technologies Inc. (APTI), una consociata della Atlantic Ritchfield Corporation (ARCO).  La prima fase del progetto HAARP, chiamata Ionospheric Research Instrument (IRI)- (strumento per la ricerca della ionosfera) fu portato a termine dalla APTI. Il sistema di antenne IRI fu installato nel 1992 da un'azienda consociata della British Aerospace Systems (BAES) sfruttando il brevetto APTI. Le antenne irradiavano lo strato esterno dell'atmosfera usando dei trasmettitori wireless ad alta frequenza.

Nel 1994 ARCO cedette la consociata APTI, i brevetti e il contratto relativo alla seconda fase di costruzione, alla E-Systems, un'unità segreta e ad alta tecnologia dell'esercito, collegata alla CIA (
http://www.crystalinks.com/haarp.html).

La E-Systems è specializzata nella produzione di apparecchiature elettroniche da guerra, sistemi di navigazione e riconoscimento, inclusi "dispositivi di spionaggio tecnologicamente avanzati":


 "[La E-Systems] è una dei maggiori fornitori dei servizi segreti al mondo, lavora per la CIA, per organizzazioni difensive segrete, e simili. Del totale delle vendite annuali ben 1,8 miliardi di dollari provengono da queste organizzazioni, di cui 800 milioni da cosidetti "progetti neri"  - progetti segreti dei quali neanche il Congresso degli Stati Uniti è a conoscenza".
(http://www.earthpulse.com/haarp/vandalism.html)


 "Questa società ha fornito le apparecchiature per progetti militari come il Doomsday Plan (il sistema che permetterebbe al Presidente di controllare una eventuale guerra nucleare) e l'operazione Desert Storm". (Princeton Review, http://www.princetonreview.com/../internshipGenInfo.asp?internshipID=998).

Con l'acquisto della APTI la E-Systems ha acquisito anche i procedimenti e le attrezzature strategiche per la guerra climatica e i diritti sui brevetti, incluso il brevetto statunitense di Bernard J. Eastlund Nr: 4.686.605 intitolato "Metodo e attrezzatura per modificare una regione dell'atmosfera terrestre, della ionosfera e/o della magnetosfera".

Vale la pena ricordare che i brevetti Eastlund /APTI derivano dalle ricerche effettuate dallo scienziato iugoslavo Nicola Tesla (di cui le società statunitensi hanno rubato molte idee).
(Si veda anche Scott Gilbert, Environmental Warfare and US Foreign Policy: The Ultimate Weapon of Mass Destruction,  http://www.globalresearch.ca/articles/GIL401A.html).

Secondo Eastlund questa tecnologia mortale sarebbe capace di: "causare… la totale interruzione delle comunicazioni su una vastissima porzione del globo… la distruzione, deviazione o confusione di missili e aerei, … cambiamenti climatici…" (http://www.wealth4freedom.com/truth/12/HAARP.htm).

Come ci si poteva aspettare il brevetto è stato preventivamente sigillato per ordine governativo segreto.Poco dopo un anno dall'acquisto dalla APTI dei procedimenti e delle attrezzature per la guerra climatica, la E-Systems fu comprata dalla Raytheon, il quarto maggiore fornitore dell'esercito statunitense. Grazie a questa ricca acquisizione la Raytheon divenne la più grande industria di "apparati elettronici per la difesa" nel mondo.

Nel frattempo la ARCO, che aveva venduto la APTI alla E-Systems, era stata a sua volta assorbita dal consorzio pertrolifero BP-AMOCO, divenendo parte della più grande compagnia petrolifera mondiale (BP).

La Raytheon possiede oggi, grazie alla consociata E-Systems, i brevetti per sviluppare il centro HAARP di Gakona, Alaska. È inoltre coinvolta in altre aree relative alle ricerche militari sul clima, comprese le attività della consociata Raytheon Polar Services, che opera nell'Antartide.

"Il controllo climatico": verso l'ultimo stadio del progetto

Era previsto che i trasmettitori e le antenne HAARP fossero costruiti in diverse fasi
http://www.haarp.alaska.edu/haarp/phases.html

• Sviluppo del prototipo (DP) (Si veda http://www.haarp.alaska.edu/haarp/dp.html)
• Finitura del prototipo (FDP),
• Inizio installazione IRI (LIRI)
• Conclusione installazione IRI (FIRI).
Si veda 
http://www.haarp.alaska.edu/haarp/fdp.html

Durante l'amministrazione Clinton, nel 1994, "il prototipo finito" (FDP), cioè un sistema composto da 48 antenne collegate a trasmettitori wireless, fu installato e completato. (Si veda Figura 1 sotto) Nella prima fase del progetto (DP), solo 18 dei 48 trasmettitori erano stati collegati.

Bernard Eastlund, in un'intervista rilasciata nel 1997, descrisse questo sistema di antenne nella sua fase di completamento come "il più grande impianto di riscaldamento della ionosfera mai costruito". 
In altre parole, il sistema composto da 48 antenne, anche quando completamente operativo, non era secondo Eastlund abbastanza potente (nel 1997) "da realizzare il progetto del suo brevetto":
"Ma ci sono quasi", disse. "È un dispositivo molto potente. Specialmente se riusciranno a portarlo al suo stadio più evoluto". (citato in Scott Gilbert, op cit, si veda anche
http://www.emagazine.com/../0197currhaarp.html)

Quello stadio evoluto, che permette di manipolare i fenomeni metereologici nel mondo, adesso è stato raggiunto.

Durante l'amministrazione Bush, la British Aerospace Systems (BAES), coinvolta nelle prime installazioni agli inizi degli anni '90, è stata il partner principale della Raytheon (che possiede i brevetti) per la costruzione e lo sviluppo del sistema di antenne HAARP. Fu il Ministero per la ricerca della marina militare a fornire nel 2003 alla BAES il contratto multimilionario, attraverso la consociata americana BAE Systems Advanced Technologies Inc. Il contratto fu firmato appena due mesi prima dell'invasione anglo-americana dell'Iraq.

Sfruttando le attrezzature della Raytheon, la BAES doveva portare lo Ionospheric Research Instrument (IRI) di HAARP alla sua massima potenza, cioè all'ultimo stadio del progetto (FIRI).

Nell'aprile del 2003 la BAE Systems Advanced Technologies appaltò la produzione e l'installazione delle antenne alla Phazar Corp (
http://www.phazar.com/), un'industria specializzata in antenne wireless tecnologicamente avanzate per uso militare. (La Phazar possiede la Antenna Products Corporation di Mineral Wells, Texas http://www.antennaproducts.com/). Alla Phazar fu affidato il compito di produrre e installare 132 antenne a dipolo per il sito HAARP. (http://www.antennaproducts.com/News%20Release%2004-18-03.pdf )

Un anno dopo, nell'aprile del 2004, fu lanciata la fase finale dello sviluppo del sito HAARP (Dipartimento della Difesa, 19 aprile 2004),  che consisteva nel dotare tutte le 180 antenne di trasmettitori ad alta frequenza.  La BAE Systems firmò un altro lucroso contratto, questa volta di 35 milioni di dollari A luglio del 2004 la Phazar ha consegnato e installato le 132 antenne a dipolo, comprese le strutture di sostegno per le antenne e i relativi schermi al sito HAARP, portando così il numero delle antenne da 48 a 180. (Si veda Tabella 2).

Intanto la BAE Systems aveva firmato un contratto di appalto di 11,5 milioni di dollari con un'industria di apparecchiature elettroniche per la difesa con sede nel New Jersey, la DRS Technologies, Inc, per la produzione e l'installazione di trasmettitori radio ad alta frequenza (HF) per le antenne di HAARP. (Si veda
http://www.drs.com/..?PRESS_RELEASE_ID=1529&preview=1 e Business Wire, 15 giugno 2004). La DRS è specializzata in prodotti ad alta tecnologia per l'esercito e i servizi segreti statunitensi. (http://www.drs.com/corporateinfo/index.cfm). 

Grazie ai contratti con la BAE Systems Information e la Electronic Warfare Systems di Washington, D.C., la DRS deve produrre e installare "più di 60 trasmettitori duali Modello D616G 10-Kilowatt" da usarsi con le antenne del sistema HAARP. (Dalle dichiarazioni dell'azienda non emerge in modo chiaro se tutte le 180 antenne saranno dotate di un trasmettitore, il che porterebbe il sistema alla sua massima potenza IRI).

La consegna e l'installazione dovranno essere portate a termine entro luglio 2006. Se HAARP viene descritto come un "progetto di ricerca", la produzione di trasmettitori rientra nei progetti del "Gruppo per il comando, il controllo, le comunicazioni, i computer e i servizi segreti (C4I)" della DRS.

Il diagramma e le immagini sottostanti si riferiscono al sito HAARP in Alaska, 1997.

Figura 1: Le 48 antenne con i trasmettitori  (fase FDP)
Le 48 antenne sono sorrette da cabine per i trasmettitori, ognuna delle quali contiene 6 armadietti per trasmettitori. (Si veda la foto della cabina sotto)
Ogni armadietto contiene due trasmettitori. (Foto degli armadietti sotto)
Le 132 antenne a dipolo appena installate fornite dalla Phazar hanno aumentato notevolmente  l'area destinata al progetto HAARP;  i nuovi trasmettitori sono forniti e installati dalla DRS
Foto 1: Foto dall'alto del sito HAARP in Alaska
Fonte: 
http://www.haarp.alaska.edu/haarp/ohd.html
Foto 2: Le antenne HAARP
Fonte:
http://www.haarp.alaska.edu/haarp/HaarpSite.html

Foto 3: La cabina per i trasmettitori
http://www.haarp.alaska.edu/haarp/images/trans/transtr.jpg
La cabina per i trasmettitori contiene sei armadietti, ognuno dei quali contiene due trasmettitori.

Foto 4: Interno di una cabina
http://www.haarp.alaska.edu/haarp/images/trans/shelter.jpg

Foto 5: Due trasmettitori in un armadietto
http://www.haarp.alaska.edu/haarp/images/trans/trans2.jpg

Il collaudo di HAARP (2003-2004)
L'ampliamento del numero delle antenne (nel periodo 2003-2004) prevedeva, nei contratti della BAE Systems e dei vari subappaltatori, il collaudo di routine delle attrezzature installate. La fase intermedia del progetto, Limited IRI (LIRI), potrebbe essere operativa entro il 2004, finita l'installazione delle 180 antenne fornite dalla Phazar e in attesa della consegna definitiva dei rimanenti trasmettitori radio HF. 

A questo proposito un documento pubblicato dal Parlamento Russo (Duma) nel 2002 sostiene che l'esercito statunitense aveva programmato di collaudare le tecniche per intervenire sul clima nel sito in Alaska e in altri due siti: 

"I membri delle commissioni riportarono che gli USA avevano deciso di collaudare tre siti del genere. Uno di questi si trova nel territorio adibito ai test militari in Alaska e i test completi avrebbero dovuto cominciare agli inizi del 2003. Il secondo e il terzo si trovano in Groenlandia e in Norvegia".

"Quando questi siti, in Alaska, Groenlandia e Norvegia, diverranno operativi, si creerà una linea chiusa con un potenziale fortissimo in grado di influenzare i mezzi vicini alla terra" ha dichiarato la Duma.

Gli USA hanno intenzione di effettuare esperimenti scientifici su larga scala tramite il programma HAARP, e non controllati dalla comunità globale, creeranno delle armi  capaci di distruggere le linee e gli strumenti  per la comunicazione installate sulle navicelle spaziali e sui razzi, provocheranno gravi incidenti alle reti elettriche, agli oleodotti e ai gasdotti e avranno un impatto negativo sulla salute mentale di intere popolazioni, dichiararono i deputati. (Interfax News Agency, original Russian, BBC Monitoring, 8 agosto 2002, neretto aggiunto)

L'attività del governo degli Stati Uniti deve essere affrontata a livello nazionale e internazionale, politico e diplomatico, dalle Nazioni Unite e dal Congresso degli USA, dalla comunità scientifica internazionale, dagli ambientalisti e dai movimenti pacifisti, sia che questo documento del Parlamento russo, secondo cui i test "avrebbero dovuto iniziare nel 2003", sia corretto o meno. Il futuro dell'umanità è minacciato dall'uso di queste tecniche per le modificazioni climatiche.

È inoltre necessario, per intraprendere una campagna efficiente, portare a termine delle indagini scientifiche  che comprovino il verificarsi degli strani fenomeni climatici osservati negli ultimi anni (in particolare sin dagli inizi del 2003). Questa indagine dovrà essere approfondita, dovrà raccogliere dati importanti e collegare i fenomeni climatici atipici all'attività del sito in Alaska e negli altri due luoghi.

La fase FIRI del Full Size Ionospheric Research Instrument, che prevede  "un numero massimo di 180 antenne, installate su 15 colonne divise in 12 file" dovrebbe essere completata secondo le tempistiche entro la metà del 2006 (ferma restando l'installazione dei restanti trasmettitori duali), momento in cui il programma HAARP avrà raggiunto la sua massima potenza FIRI, cioè la capacità di modificare in modo selettivo, a scopi militari, i fenomeni metereologici in ogni parte del mondo.

"L'IRI è attualmente [giugno 2004] composto da 48 antenne e ha una potenza di 960.000 watt. I nuovi 132 trasmettitori, quando installati, daranno ad HAARP una potenza di 3,6 mega-watt [si veda Tabella 2 qui di seguito]. Il complesso HAARP è economicamente sostenuto in maniera congiunta da aviazione, marina e Agenzia per i progetti di ricerca avanzata del Dipartimento della Difesa (DARPA) statunitensi. (Business Wire, 10 giugno 2004)

Tabella 2: Confronto fra le fasi dell'IRI  

 

DP

FDP

LIRI

FIRI

Numero di antenne attive

18

48

108

180

Potenza totale dei trasmettitori (kW)

360

960

2160

3600

Guadagno massimo delle antenne (dB)

19

24

29

31

Max potenza effettiva radiata (dBW)

74

84

92

96

Apertura min del fascio (gradi)

 

9

8

5

Gamma di frequenza

2.8 to 10 MHz

 

 

 

Tipi di modulazione

CW/AM/FM/PM

 

 

 

Fonte: http://www.haarp.alaska.edu/haarp/phases.html

Questa fase avanzata di massima potenza (FIRI) corrisponde a quanto l'aviazione statunitense definisce
"il controllo climatico":

L'aviazione statunitense "riuscirà a controllare il clima" grazie agli investimenti sulle nuove tecnologie e al tentativo di focalizzarne lo sviluppo perché siano usate in azioni di guerra ... La modificazione climatica offre a chi combatte numerose opzioni per sconfiggere l'avversario o imporsi ad esso... dall'aumentare le azioni non ostili a disturbare quelle del nemico modificando lievemente i fenomeni metereologici per portare a termine il dominio delle comunicazioni globali e il controllo dello spazio. Negli Stati Uniti la modificazione climatica sarà integrata nella politica per la sicurezza nazionale e applicata a livello nazionale e internazionale. Il nostro governo perseguirà questa politica, secondo i propri interessi, a vari livelli.(US Air Force, neretto aggiunto. Air University of the US Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/)

La guerra climatica contro "i Paesi pericolosi"
Gli strani eventi climatici che hanno colpito gli Stati Uniti e l'Europa occidentale sono stati ampiamente documentati. 

Ma molti media non hanno sottolineato che, negli ultimi anni, un numero notevole di cambiamenti climatici, insoliti e disastrosi, si è verificato in paesi che la dottrina della guerra preventiva, promossa dal governo statunitense, ha riconosciuto come possibili bersagli.

I fenomeni metereologici nella Corea del Nord, per esempio, sono stati caratterizzati dalla metà degli anni '90 dal susseguirsi di siccità e alluvioni. Ciò ha provocato la distruzione di un intero sistema agricolo. Cuba è stata interessata da fenomeni simili. (Si veda Tabella 3)

La siccità ha rovinato nel 1999 Iraq, Iran e Siria. In Afghanistan, l'invasione statunitense del 2001 è stata preceduta da quattro anni di siccità, che hanno distrutto l'economia rurale e causato la carestia.

Anche se non esistono prove che questi eventi siano il risultato della guerra climatica, il Phillips Geophysics Lab, partner del progetto HAARP, ha istituito un corso per il personale militare nella base di Hanscom in Maryland, sulle "tecniche per la modificazione climatica". Il programma del corso prevede lezioni su come provocare tempeste, uragani, ecc. a scopo militare. (si consultino le slide su http://www.dtc.army.mil/tts/1997/proceed/abarnes/ si apra la presentazione Power Point su  http://www.dtc.army.mil/tts/tts97/abarnes.zip).

La manipolazione climatica è l'arma preventiva per eccellenza. Può essere usata contro paesi nemici e alleati senza che essi ne siano a conoscenza. È una forma occulta di guerra preventiva e può destabilizzare l'economia, gli ecosistemi e l'agricoltura dei nemici (es.: Corea del Nord e Cuba). Può ovviamente provocare danni ai mercati finanziari e delle materie prime e essere potenzialmente usata a scopo di lucro nei mercati interni. Può minare anche le istituzioni di un paese. Contemporaneamente la rovina dell'agricoltura fa sì che questi paesi diventino fortemente dipendenti dalle importazioni di cereali e derrate alimentari dagli Stati Uniti e altri paesi occidentali.

Il governo Bush ha dichiarato che si riserva il diritto di attaccare questi paesi in maniera preventiva con lo scopo di proteggere gli Stati Uniti. Washington - riesaminando la sua posizione relativamente all'uso del nucleare - ha minacciato diversi stati tra cui la Cina e la Russia con attacchi nucleari preventivi. Si potrebbe pensare esistano per il governo statunitense stati allo stesso modo pericolosi con riferimento all'uso delle "tecniche di modificazione climatica".

Nonostante non ci siano prove sull'uso della guerra climatica contro gli stati pericolosi, le linee guida della politica sulle "tecniche di intervento sul clima" sono già state definite e la relativa tecnologia è pienamente operativa.

Tabella 3: Fenomeni metereologici atipici: Corea del Nord, Cuba, Afghanistan e Iraq    [non hanno aggiunto nell'articolo Mira -VE-]

Corea del Nord
Dal 1995 la Corea del Nord è stata colpita da alluvioni e siccità ricorrenti, anche nel corso dello stesso anno; 220.000 persone sono morte a causa della carestia che ne è derivata, secondo le cifre ufficiali di Pyongyang. Secondo gli Stati Uniti i morti a causa della carestia risultano essere 2 milioni.

La prima grande alluvione avvenne nel 1995.

Anche nel 1999 si sono susseguite siccità e alluvioni. La grave mancanza di acqua causata dalla siccità nel 1999 ha rovinato i raccolti.

"La temperatura dell'acqua nelle risaie supera i  40 gradi e le piante di riso appena nate appassiscono. Muoiono anche quasi tutte le pianticelle e i semi del granturco".


Nel giugno 2001 si è verificata una grande siccità, che ha indebolito le coltivazioni, con precipitazioni che hanno raggiunto solo il 10% dei livelli normali. Pochi mesi dopo, a ottobre, ci sono state alluvioni molto estese che hanno distrutto i raccolti di riso e reso difficile la distribuzione del cibo.

"I funzionari della provincia di Kangwon - un'area già afflitta dalla mancanza di cibo - dicono che l'impatto della pioggia torrenziale e dell'alluvione è stato devastante. Le precipitazioni in ottobre dovrebbero raggiungere i 20mm circa, ma nelle aree maggiormente colpite sono caduti 400mm di pioggia in sole 12 ore. "È stata la peggiore alluvione verificatasi dal 1910," ha dichiarato Kim Song Hwan, a capo del Comitato per il recupero dei danni causati dall'alluvione nella regione.
(BBC, 23 ottobre 2001, http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/asia-pacific/1614981.stm)

Cuba
Cuba è stata colpita per diversi anni da siccità ricorrenti. Nel 1998 le precipitazioni nella parte orientale dell'isola hanno raggiunto livelli minimi, come non si verificava dal 1941.

Un comitato delle Nazioni Unite ha stimato che 539.000 persone, di cui 280.000 agricoltori, sono stati direttamente interessati dalla ridotta disponibilità di cibo o dai ridotti introiti dovuti alla perdita dei raccolti. Alcune delle conseguenze esaminate sono: carestia in alcune aree; perdite fino al 14% del raccolto di canna da zucchero piantata lo scorso anno e una riduzione dei raccolti piantati questa primavera, non germinati per la scarsa pioggia (il che ridurrà il raccolto del prossimo anno); una perdita pari al 42% di prodotti alimentari quali radici commestibili, fagioli, banane e riso nelle cinque province più orientali; perdita di animali, pollame e uova (UN Relief,  http://www.reliefweb.int/w/rwb.nsf/0/2975570e60ff2a7685256680005a8e2d?)

Nel 2003 una terribile siccità ha colpito la parte occidentale di Cuba. 

Tra maggio e giugno 2004 il paese è stato colpito dalla peggiore siccità nella sua storia:
 "Una grave siccità che interessa la parte orientale di Cuba ha eroso il 40% delle terre coltivate, causato la morte per mancanza di cibo di milioni di vacche e costretto 4 milioni di persone a contare ogni singola goccia  d'acqua consumata". È la peggiore siccità verificatasi negli ultimi 40 anni. “La siccità ha ridotto i livelli delle acque sotterranee di quasi tre metri negli ultimi 10 anni, prosciugando più di 5.000 pozzi nella provincia”,  ha dichiarato Leandro Bermudez, geologo e vice presidente dell'Istituto nazionale per le risorse idriche di Cuba. (MSNBC, 21 giugno 2004 http://msnbc.msn.com/id/5262324)

Nelle città manca l'acqua. Secondo l'Independent, "La siccità sta mettendo Cuba in ginocchio"

Ignorato dal resto del mondo il più lungo periodo di siccità da decenni ha messo in ginocchio quasi tutta l'isola. Potrebbe essere la crisi che mette finalmente termine alla rivoluzione di Fidel?

"Nella parte centrale e orientale di Cuba, agricoltori, allevatori, abitanti delle città e funzionari del governo lottano per sopravvivere alla terribile siccità cominciata un decennio fa e peggiorata negli ultimi due anni.

Nelle province di Holguin, Camaguey e Las Tunas, anche se da sempre aride, si trovano alcuni fra i più bei pascoli e terreni coltivabili di Cuba, da sempre importantissimi per l'agricoltura, l'allevamento di bovini e la produzione di latticini di questo paese.

Più di 12.500 vacche sono morte nella provincia di Holguin solo nel 2004 e la produzione di latte è diminuita del  20%. Il prezzo di fagioli, banane da legumi, patate dolci e altri alimenti è andato alle stelle nei mercati privati. La siccità ha causato perdite di milioni di dollari e altri ne vengono spesi per scavare pozzi, costruire condutture dell'acqua e prendere ulteriori provvedimenti per cercare di alleviare la crisi - somme enormi per una nazione impoverita dalla crisi economica e dalla battaglia contro gli Stati Uniti.

Il governo ha inoltre spostato migliaia di capi di bestiame in zone più fertili e sta lavorando con molto impegno per portare a termine una conduttura lunga circa 51,2 km che estrarrà acqua dal fiume più largo di Cuba, il Cauto, e la porterà fino a Holguin City. La conduttura, che costa 5 milioni di dollari, potrebbe essere finita il prossimo mese. (Chicago Tribune, 29 luglio 2004, http://www.thestate.com/mld/thestate/news/world/9271316.htm)
Questo servizio, datato settembre 2004, è stato pubblicato prima che gli uragani, a cui hanno fatto seguito piogge torrenziali, colpissero la costa Cubana.

L'Afghanistan e le ex-repubbliche sovietiche dell'Asia centrale
La peggiore siccità nella storia dell'Afghanistan si è verificata nei tre anni precedenti il furibondo attacco condotto dagli Stati Uniti contro il paese, dal 1999 al 2001. La ripresa dell'agricoltura negli anni '90, all'indomani della guerra tra Afghanistan e Unione Sovietica, a quel punto si è bloccata.

A seguito dell'invasione del 2001 gli Stati Uniti rifornirono l'Afghanistan di grano geneticamente modificato e fertilizzanti appropriati per questo genere di piante, descritte come altamente resistenti alla siccità. La donazione di grano OGM portò anche alla destabilizzazione dell'economia dei piccoli coltivatori poiché le varietà OGM non si riproducevano in loco. Nel 2002 il paese fu devastato dalla carestia, quasi non menzionata dai media.

Condizioni simili, anche se meno gravi, investirono anche le ex-repubbliche sovietiche del Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
Come in Afghanistan, nel Tajikistan le infrastrutture sono state distrutte dalla lunga guerra civile con i fondamentalisti islamici. Da allora la peggiore siccità degli ultimi 74 anni ha distrutto i raccolti in gran parte della nazione, rendendo circa la metà della popolazione, in totale 6,2 milioni di abitanti, vulnerabile alla fame e alle malattie; il numero ha raggiunto quasi i 3 milioni lo scorso anno. L'unico settore dell'economia a non essere danneggiato è stato il traffico di droga. Dal Tajikistan transita una percentuale compresa tra il 65% e l'85% dell'eroina contrabbandata proveniente dall'Afghanistan, il maggiore produttore al mondo. (http://www.americanfreepress.net/Mideast/Drought__Desperation_Breed_Vio/drought__desperation_breed_vio.html)

A causa della scarsità di pioggia (2001), i livelli più bassi a memoria d'uomo, ampie zone dell'Iran, dell'Uzbekistan, del Pakistan e del Tajikistan si sono trasformati in deserto, i pozzi scavati da decenni si sono prosciugati e gran parte del bestiame è morto.

Questi eventi rispecchiano in pieno le preoccupanti previsioni relative a cambiamenti climatici secondo le quali gli stati lungo l'antica Via della Seta subiranno innalzamenti delle temperature maggiori rispetto a ogni altra parte del mondo. Entro la fine del secolo la temperatura aumenterà di 5°C in una zona dove già regolarmente si superano i 40°C.

Nella ricerca, pubblicata lo scorso anno dal Tyndall Centre for Climate Change Research dell'Università della East Anglia, si suppone che nelle nazioni asiatiche dal Kazakhstan all'Arabia Saudita la temperatura aumenterà di due volte più che in altri posti. "Alcuni stati",  è stato aggiunto "inclusi Uzbekistan, Tajikistan, Afghanistan e Iran, [dovranno affrontare] la carestia".

Nel Tajikistan le Nazioni Unite hanno richiesto degli aiuti per evitare il disastro. "Sono necessari sostanziosi aiuti stranieri o ci sarà una carestia su vasta scala", ha detto Matthew Kahane, il coordinatore per gli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, parlando dalla capitale, Dushanbe.

"Il livello delle precipitazioni non è mai stato così basso in 75 anni. Le famiglie sopravissute lo scorso anno vendendo mucche e galline non hanno altri mezzi ora. Alcune persone hanno venduto i vetri delle finestre di casa e le travi di legno dei tetti per raccogliere del denaro per il cibo".
(The Guardian, 30 ottobre 2001,  http://www.guardian.co.uk/famine/story/0,12128,736902,00.html )

Iraq
Nel 1999 si è verificata in Iraq la peggiore siccità del secolo, che ha avuto come conseguenza quella di creare una maggiore dipendenza dalle importazioni di cereali che rientrano nel programma petrolio in cambio di cibo. C'è stato un crollo di più del 70% della produzione nazionale di grano, orzo e altri cereali, che ha contribuito a indebolire ulteriormente l'economia del paese, già paralizzata dalle sanzioni economiche e dai bombardamenti degli alleati, anche negli spazi aerei proibiti. Una situazione simile (anche se meno grave) si è verificata in Siria e Iran, e ha provocato notevoli crolli della produzione agricola.


Articoli correlati su Global Research:
Michel Chossudovsky, Washington's New World Order Weapons Have the Ability to Trigger Climate Change, Jan 2001, http://www.globalresearch.ca/articles/CHO201A.html

Vladimir V. Sytin, Secret Use of Weather Modification Techniques by US Air Force? August 2003, http://www.globalresearch.ca/articles/SYT308A.html

Interfax,.US Could Dominate The Planet if It Deploys This Weapon In Space, CRG, August 2002, http://www.globalresearch.ca/articles/INT208A.html

Scott Gilbert, Environmental Warfare and US Foreign Policy: The Ultimate Weapon of Mass Destruction, January 2004, http://globalresearch.ca/articles/GIL401A.html

Bob Fitrakis, Rods from Gods: The insanity of Star Wars, 24 June 2004, http://globalresearch.ca/articles/FIT407A.html

Did a Secret Military Experiment Cause the 2003 Blackout? 7 September 2003, http://globalresearch.ca/articles/ANA309A.html


Fonte: http://globalresearch.ca/articles/CH0409F.html 

Tradotto da Micaela Picelli per Nuovi Mondi Media

APPROFONDIMENTI
Le "torri bollenti" segnalano gli uragani più forti
Scienziato inglese avverte: cambio clima è come arma distruzione di massa
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/kyoto_protocollo/
Il Protocollo di Kyoto
Aggiornamento del protocollo
Il Summit di Montreal

 

 

 

 

http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/esteri/bufapent/bufapent/bufapent.html

 

Svelati i progetti del dipartimento per le armi non convenzionali
Nemici sbaragliati stimolando alitosi e flatulenze nelle truppe
La guerra chimica del Pentagono
tra bombe dell'amore e puzze
Nel 1994 la Us Air Force chiese un finanziamento di 7,5 milioni
di CRISTINA NADOTTI

ROMA - Se non lo scrivesse la BBC e se non ci fossero nomi e cognomi dei responsabili del progetto, ci sarebbe da non crederci. Le forze armate statunitensi, leader senza rivali in fatto di strategie militari, hanno pensato di sbaragliare i nemici con sostanze chimiche che inducono comportamenti omosessuali, oppure provocano un'alitosi insopportabile, o ancora, attirano sciami di vespe inferocite. Non manca neanche, in questa che sembra una carnevalata, la bomba "Chi? Io?" cioè una specie di fialetta puzzolente per simulare sgradevoli flatulenze nei ranghi nemici.  [carnevale di Venezia in veste militare: malati mentali, ma è vero]

A portare alla luce gli stravaganti progetti è stato US Freedom of Information by the Sunshine Project, un gruppo incaricato di verificare le ricerche sulle armi chimiche e biologiche. L'indagine ha reso noto anche il costo della sperimentazione della 'bomba gay' o della bomba "Chi? Io?": nel 1994 venne stilato un progetto della durata di sei anni, del costo totale di 7,5 milioni di dollari.

A chiedere il finanziamento fu il laboratorio dell'aviazione "Wright" a Dayton, nell'Ohio, che al Pentagono presentò l'idea di quelle che definì "sostanze chimiche moleste, fastidiose e capaci di identificare cattivi soggetti". Il piano rientrava nelle ricerche del dipartimento della Difesa per armi chimiche non letali, capaci di minare la disciplina e il morale dei nemici.

Nel dettaglio, la "bomba gay" usava un afrodisiaco chimico per provocare comportamenti omosessuali tra le truppe, portando al morale dei nemici quella che i militari definiscono una "minaccia spiacevole ma assolutamente non letale". La sostanza "pungimi-attaccami" avrebbe invece attirato sulle forze nemiche sciami di vespe furenti o ratti feroci. I ricercatori avevano pensato anche a sostanze che rendessero la pelle molto sensibile ai raggi del sole, causando scottature. Per scoprire infiltrati tra la popolazione civile, gli esperti avanzavano l'idea di una sostanza che causasse "grave e perdurante alitosi" in modo che i nemici fossero riconoscibili a distanza in mezzo ai civili.
La bomba della flatulenza sembra il progetto che più ha allettato i ricercatori, visto che l'idea non riguarda solo i piani del '94, ma fu presa in considerazione già dal 1945, secondo quanto rivelano i documenti del governo. Il progetto è stato però abbandonato quando i ricercatori si sono resi conto che un'arma del genere sarebbe stata del tutto inutile in Paesi nei quali "la gente non è infastidita da odori fecali, poiché li sente in giro in continuazione".

Il capitano McSweeney, direttore al Pentagono della sezione che si occupa delle armi non letali, ha spiegato che il dipartimento della difesa riceve "centinaia" di progetti di questo tipo, ma che "nessuno di quelli descritti nella relazione del 1994 è stato sviluppato". Il capitano non sembra stupito della bizzarria di certe idee. Piuttosto, sottolinea "E' importante che solo le proposte che giudichiamo appropriate in base agli effetti umani e alle regole dei trattati internazionali, vengono considerate degne di sviluppo". Insomma , l'importante è che non siano armi illegali, poi, se sono strampalate, non importa.

(15 gennaio 2005)

 

http://www.technologyreview.it/index.php?p=article&a=260