BARI, 22 Luglio  2009

SENTENZA TOMBALE.

La sentenza emessa ieri, 22 luglio 2009 dal tribunale di Bari, sulla vicenda delle morti da Uranio Impoverito, rappresenta una vera e propria pietra tombale sul desiderio di giustizia da parte dei familiari  dei militari morti e degli ammalati nei Balcani a causa del “metallo del disonore”.

Il dispositivo  giudiziario, con cui lo Stato italiano, il Ministero della Difesa e l’intera catena di comando escono assolti dal non aver rispettato  e messo in atto tutte le misure per cautelare preventivamente i militari italiani operanti in zone bombardate con proiettili ad U238, è degno del miglior dottor Azzeccagarbugli.

“- I generali italiani non sapevano della pericolosità dell’Uranio impoverito e quindi esso non era inserito nelle norme antinfortunistiche vigenti dal 91 e gli americani che invece lo sapevano da tempo, se ne sono ricordati di avvisarci solo nel luglio 1999,  quando i soldati italiani operavano già  in Kosovo nelle zone contaminate da oltre due mesi.

Il Ministero della difesa  impiegava solo… pochi mesi per tradurre dall’inglese  il documento incriminato e a… dicembre “prontamente” emanava una direttiva cautelatrice verso il personale operante in zone “affette “ da uranio impoverito.

Se reato c’è stato in quel ritardo  comunque sarebbe prescrivibile secondo le normative vigenti, quindi come in una comune sentenza su una “normale”strage sul posto di lavoro,  Dirigenti aziendali e capi reparto vanno tutti assolti!”-

ERRATA CORRIGE

Dobbiamo dire che la Puglia nella vicenda uranio  in campo giudiziario e in numero di  militari colpiti da sindromi ascrivibili alla permanenza in zone di guerra può vantare degli ottimi primati.

In base al precedente dispositivo giudiziario, dello stesso Tribunale di Bari,  si respingeva il nesso tra la casualità U238 e malattie e conseguenti morti e con la sentenza di ieri riteniamo che  il Ministero della Difesa italiana potrà inviare una comunicazione di errata corrige al Pentagono, relativamente a quell’allarmistico documento del luglio 1999  e che dovrebbe recitare così:

”- In base a sentenze emesse da Tribunale di Bari in aprile 2007 e luglio 2009 e visti i risultati clinici su cavie umane ( militari inviati in zone “concimate” con uranio impoverito) riteniamo inutili e dannose  le allarmistiche disposizioni precauzionali da voi inviateci su U238. -STOP-Preghiamo emettere disposizione NATO di rettifica su vostro precedente documento_STOP”-

Una volta tanto il diritto romano e la sua millenaria storia potrà dimostrare così la propria superiorità sull’agnostico e materialistico diritto anglosassone!

Peccato però che quella sentenza non fa i conti con quanto noi denunciammo sulle pagine del Manifesto il 29 dicembre 2000, sin dai primi giorni in cui scoppiò il caso uranio, in cui parlammo di un muro di silenzio e di complicità NATO.

TUTTI SAPEVANO

Noi ribadiamo quanto già affermammo allora, tutti sapevano ma facevano finta di niente,troppe le coincidenze ce lo confermano!

Andiamo per ordine: tra il 94 e il 95 vi sono quegli attacchi aerei NATO sulla Bosnia durante i quali vengono utilizzate per la prima volta sul territorio europeo i proiettili all'uranio.

Nello stesso territorio, e guarda caso proprio nelle località serbe colpite, sono inviati come contingenti di pace i soldati del contingente italiano.

E’ solo un caso quello che porta  nello stesso periodo, lo Stato Maggiore Esercito alla richiesta di attrezzare una speciale unità di difesa NBC capace di muoversi su ambienti contaminati , in operazioni di pace "umanitarie"?

Teoricamente dal 31 dicembre 95, ma operativamente dal 1998 , questa unità prende il nome di 7° Reggimento Difesa NBC "Cremona".Di questo reggimento la prima compagnia operativa anche se a ranghi ridotti dove muove i primi passi ?

In KOSOVO, naturalmente, nel luglio del 1999 ed ad onor di cronaca il nome di questa compagnia è veramente indicativo: PESTE.!

Sono delle operazioni di rilevazione e campionamento che vedono il nostro personale che con mezzi anche se limitati recarsi presso alcuni siti bombardati , in tute ed equipaggiamento protettivo e raccogliere campioni di "materiale contaminato".

Lo scopo della prima missione è quello di mettere a frutto ciò che è stato loro insegnato presso la scuola interforze NBC di Rieti, presso il Comprensorio di Santa Lucia, sede del centro Tecnico dello Stabilimento Chimico di Civitavecchia e per alcuni ufficiali presso la NATO SCHOOL (SHAPE) a Oberammergau e presso il Collegio Militare Inglese (Shrivenham).

E per caso, tra i manuali NATO,  da essi studiati, non vi era anche quel documento sull’Uranio impoverito che giunse “ ufficialmente”  sul tavolo del Ministero Difesa italiano con qualche anno di ritardo ?

Solo coincidenze ed il muro di silenzio NATO può continuare a fare stragi impunemente.

ANTONIO CAMUSO - OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

www.pugliantagonista/osservatorio.htm

osservatoriobrindisi@libero.it

Brindisi 23 luglio 2009