A
proposito di querele e denunce.
Appena
concessimi i domiciliari nel 2005, mi informavo presso colui che fu mio
“tutore” tra il 2001 e il 2004 (un ex comandante partigiano torinese, aderente
al pci dal 1943 al 1991), dell’esito della querela inoltrata al pm di Torino
Guariniello, del 22 settembre 2004 e successive.
Diceva
di avergli parlato e che gli aveva detto di aver chiesto l’archiviazione,
perché altrimenti avrebbe dovuto procedere contro di me per calunnia.
Forse non ci avevo azzeccato, forse ciò che ho a 4 mm dal timpano e nelle tube di Eustachio mi è stato messo in ospedale a Novara il 4.1.1996 anziché al CTO di Torino il 10.1.1996, o forse solo poco prima dell’agosto 2000 (prime voci a distanza, incomprensibili, un episodio), ma una cosa è certa. Che tutto il resto contiene dati accertabili e verificabili, e che le calunnie io le ho subite e subisco (“pazzo come un cavallo” e cazzate del genere, per me è calunnia, e non reagisco sul piano fisico solo perché sono monitorato ed interferito e non voglio dare spettacolo).
Ma di sicuro ciò che denuncio sin dal maggio 2002 è accertabile, ed è il pm Guariniello a mio parere di Vittima, a non aver fatto nel mio caso il suo dovere.
Non vorrei poi essere frainteso, nella querela del 22 settembre 2004 e successive, dicevo di chiedere il sequestro dei beni e denaro ricavato dai torturatori nel "trattamento" sperimentale ai miei danni, NON DI TENERSELI I SOLDI. Adesso che SO che soldi ci sono da questo trattamento, li vorrei TUTTI, legittimamente, interessi compresi. Anche perché di questa tortura e "trattamenti vari" ed interferenza totale nella mia vita con conseguenze che ora inizieranno ad essere peritate da medici-legali, non ho ancora visto un soldo, ed invece proprio questa situazione mi impedisce di tornare ad una vita lavorativa normale, che non è corrispondente ad un lavoro da "detenuto scarcerato che chiede pietà", e non solo perché prima del 23 ottobre 1993 ero un artista e lavoratore indipendente di creatività ed informatica, che non ha mai sfruttato nessuno e che sempre è stato sfruttato relativamente per la propria capacità e non per regalo di alcuno, dopo aver lavorato anche come operaio da giovane,
Anche se apprezzo che Guariniello abbia proposto l’omicidio volontario per gli “incidenti” sul lavoro, gli propongo la domanda:
La
violenza permanente e continuata che denuncia l’AVae-m in almeno 50 casi è meno
importante dell’omicidio sul lavoro ?
La
morte cagionata con questi strumenti di tortura tecnologica a decine e
centinaia di persone, in USA anche migliaia, e che attualmente è denunciata
dall’AVae-m in 50 casi censiti e a livello internazionale in 385 casi
complessivi compresi i 50 italiani, non merita delle indagini, INNANZITUTTO
ATTE A VERIFICARE LA POSSIBILE VERIDICITA’ DELLA DENUNCIA DELLA VITTIMA, e
quindi per estrarre questi corpi estranei ed identificare chi fa uso di queste
armi da guerra nel bel mezzo della società civile ?
(11-3-2008)