Facendo riferimento al referto radiologico presentato alla stampa il 13 aprile scorso, è stato effettuato un primo esperimento su Paolo Dorigo, fatto da un elettronico, che subisce anch'egli torture a distanza, il quale pur non aderendo all'AVae-m ne sostiene la lotta. L'esperimento è stato fatto domenica 28 ottobre a Bologna. Oggi, 29, questo nostro amico ha posto in dubbio alcuni suoi stessi assunti del giorno precedente, riproponendosi di fare meglio questo stesso esperimento in futuro. Per dovere di cronaca tuttavia non potendo escludere nulla, intendiamo portare questo esperimento alla conoscenza dell'opinione pubblica.

Ricordiamo che Paolo ha portato i dati del referto in una pagina web del suo sito:

http://www.paolodorigo.it/referto-.htm

e inoltre ha pubblicato la richiesta di un chirurgo, da parte del suo medico, ricerca sinora fallita in solo quest'anno, per ben 4 volte:

http://www.paolodorigo.it/richiestaconsultochirugicoperasportazione.jpg

Qui pubblichiamo l'intervista tecnica e le foto dell'esperimento,  con l'intervista effettuata

attorno a 2.1 Ghz il picco, che poi si approfondisce ancora, di assorbimento; il comportamento dello strumento si è verificato allorquando le antenne accoppiate, emittente e ricevente, sono state poste accanto all'orecchio sx ed alla parte mandibolare sx (in coincidenza con la tuba di Eustachio sx), proprio laddobve sono stati identificati 4 dei 5 corpi non anatomici né riconducibili a patologia, nella refertazione presentata il 13 aprile.

 Paolo mentre si effettua l'accertamento.

 

Le due antenne utilizzate.

Parte dell'intervista che spiega l'esperimento:

http://www.paolodorigo.org/www.avae-m.org/esperimentoscientifico/WAV23.wav

L'esperimento sarà ripetuto in condizioni tecniche migliori, secondo l'amico che ha condotto questo accertamento, e diciamo anche che da parte sua questa pagina non doveva essere pubblicata prima di allora. Lo facciamo lo stesso poiché chi ci tortura usa proprio intromettersi e cambiarci i programmi, per metodo, per cui chissà se potremmo farne un'altro.