Nota di Paolo Dorigo coord.naz.le Acofoinmenef  . 3.7.2015


GIUSTIZIA E TORTURA / 2


NEL 2012 IL 21 NOVEMBRE SI è SVOLTO UN ALTRO CONVEGNO DI FIANCHEGGIAMENTO DELLE PRATICHE DI TORTURA E DI ALTERAZIONE DELLA VERITA’.

IL CONVEGNO SI INTITOLAVA “SCIENZE CRIMINOLOGICHE E NUOVE TECNICHE INVESTIGATIVE – INCONTRO ITALIA-USA” E SI è svolto alla SAPIENZA, -DOVE NEL 2006 AVEVO TENUTO UNA CONFERENZA CON GLI STUDENTI CONTRO LE TORTURE TECNOLOGICHE- ED ERA ORGANIZZATO DALLA “SOCIETA’ ITALIANA DI CRIMINOLOGIA” E DALL’ “ISTITUTO INTERNAZIONALE DI SCIENZE CRIMINOLOGICHE E PSICOPATLOGICO-FORENZI” E PERSINO, UDITE UDITE UDITE, DALL’ORDINE DEGLI AVVOCATI  DI ROMA.

RELATORI  AL CONVEGNO: PROF.FRANCESCO AVALLONE, PROF.GIORGIO SPANGHER, PROF.ADRIANO REDLER, PROF.EUGENIO GAUDIO,PROF.MAURO CARAVALE, AVV.VALERIO SPIGARELLI, AVV.MAURO VAGLIO, PROF.FRANCESCO CARRIERI, PROF.VINCENZO MASTRONARDI, GENERALE ENRICO CATALDI DEI R.I.S. DEI CARABINIERI, DOTT.SSA DANIELA STRADIOTTO DELLA POLIZIA SCIENTIFICA, PROF.GEORGE B.PALERMO (WISCOUNSIN USA), NUCLEO INVESTIGATIVO STATUNITENSE NCSI NAVAL CRIMINAL INVESTIGATIVE SERVICE, COLONNELLO DOTT.LUIGI RIPANI COMANDANYTE R.I.S. DEI CARABINIERI DI ROMA, DOTT.SSA ANNA MARIA DI GIULIO, DOTT.FRANCESCO MAURO IACOVIELLO, COORDINATO OLTRE CHE DA MASTRONARDI, DALLA AVV.TIZIANA BARRELLA, CHE MODERAVA.

 

IN QUESTO CONVEGNO SI è ESALTATA LA POSSIBILITA’ TECNOLOGICA DI “ESTRARRE LA VERITA’ DALL’UOMO” (CONTROLLO MENTALE MANIPOLAZIONE MENTALE TECNICHE CIA E “MACCHINE DELLA VERITA’”) NONCHE’ DELLA “RICOGNIZIONE” MILITARE ED “INDIVIDUAZIONE” MILITARE DEI “SOGGETTI POTENZIALMENTE A RISCHIO” (LA TESI DI BURTON E DELGADO SUI “BORDER LINE” IN CHIAVE MILITARE),

IL PRESUPPOSTO DUNQUE E’ CHE LA VERITA’ GIURIDICA POSSA ESSERE FONDATA SULLA FORZATA “LETTURA(IN REALTA’ MANIPOLAZIONE) DI CIO’ CHE E’ CONTENUTO NELLA SCATOLA CRANICA DELL’ESSERE UMANO.

ABBIAMO SPIEGATO MOLTO SPESSO CHE NESSUNA MACCHINA DELLA VERITA’ PUO’ AVERE FONDAMENTO SCIENTIFICO SE NON NELLA MALAFEDE DI CHI LA UTILIZZA, POICHE’ ESISTE UNA INDUZIONE, UNA INTERFERENZA, UNA ANCHE INDIRETTA FORMA DI ALTERAZIONE DEI  RICORDI, OSSIA UNA MANIPOLAZIONE, DI OGNI ATTIVITA’ CHE INTERNAMENTE ALLA MENTE DI UN ESSERE UMANO, PORTI ALTRI CONTENUTI ATTRAVERSO ALTRI STRUMENTI SENSITIVI DI TIPO TECNOLOGICO (ESEMPIO LA TORTURA UDITIVA, O CON INNESTI O SENZA, A DISTANZA), IN QUANTO (FORZATAMENTE E/O AUTOMATICAMENTE E/O COSCIENTEMENTE PER LA VITTIMA CHE SUBISCE QUESTI TRATTAMENTI), INTERIORIZZA DEI CONTENUTI,  DEI TERMINI,  DEI NUMERI,  DELLE DATE,  DEI DATI INSOMMA, ANCHE DELLE IMMAGINI E DEI MICROFILMATI, NELLA MENTE DELLA PERSONA COSI’ TRATTATA, A PRESCINDERE DALLA EFFETTIVA LORO ATTINENZA AD UNA PRESUNTA VERITA’ IL CUI POSSESSO (LEGITTIMANTE SECONDO COSTORO QUESTE TECNICHE) SAREBBE LA PRESUNZIONE DEI NAZISTI OGGI COSIDDETTI “MODERNIE “DEMOCRATICIIN REALTA’, APPUNTO, NAZISTI OSSIA FASCISTI.

A PRESCINDERE DALLA RIDICOLEZZA DELLE CONCEZIONI “NEUROSCIENTIFICHE” CHE ALLA BASE DIMENTICANO LA PLASTICITA’ DEL CERVELLO E LA VARIABILITA’ DELLA MEMORIA NONCHE’ LA MODIFICAZIONE DEI RICORDI CHE L’ESSERE UMANO PONE IN ESSERE DEL TUTTO INCONSCIAMENTE A CAUSA DELLA CONTINUA PERDITA DI CELLULE CEREBRALI E DALLE MODIFICAZIONI CHE SI HANNO ANCHE DURANTE LA CRESCITA E LA GIOVINEZZA.

DIMENTICANO QUESTI ASPETTI POICHE’ SONO DEL TUTTO CONCEZIONI INTERNE ALL’IDEOLOGIA NAZISTA DELLA PSICHIATRIA CRIMINOLOGICA, EVIDENTE FRUTTO DELLE “RICERCHE” DI MENGELE NEI LAGER E IN SEGUITO DELLA CIA CON “MK ULTRA” FINO A GIUNGERE ALLA PRIMA APERTA RIVENDICAZIONE DI QUESTE TECNOLOGIE CON LE RELAZIONI AL CONGRESSO USA DI BURTON E DELGADO NEGLI ANNI ’70.

OGGI, ESALTANDO TECNOLOGIE CHE POSSONO NASCONDERE GRANDIOSI GUADAGNI PER LE LOBBIES ECONOMICHE CHE SONO INTERNE AL COMPLESSO CRIMINOLOGICO-CARCERARIO-PSICHIATRICO, STANNO INIZIANO A PARLARE APERTAMENTE DI UTILIZZARE LA “MACCHINA DELLA VERITA’” PER ACQUISIRE DATI PROCESSUALI.

E’ STUPEFACENTE CHE UN GIUDICE ITALIANO POSSA VALORIZZARE QUESTO TIPO DI ARGOMENTAZIONI. Ma se andiamo a ben vedere la DIFFERENZA tra GIUDICE e PROCURATORE, allora andiamo a conoscere meglio in che maniera viene AGGIRATA la COSTITUZIONE. Il Giudice o collegio giudicante, è effettivamente rappresentante dello STATO che incarna l’applicazione della Giustizia. E’ però il Procuratore, o sostituto Procuratore, che sia in un Tribunale ordinario di provincia o che sia di Cassazione nulla cambia, il quale RAPPRESENTA LA PUBBLICA ACCUSA, la quale a volte agisce come una parte PRIVATA, anziché nell’interesse di TUTTI i cittadini (esempio nei processi per le torture dei manifestanti del G8, poi recentemente sanzionata l’Italia dalla CEDU). QUI lo Stato ha una PERSONALITA’ ARBITRARIA. In quanto DELEGA ad una persona (IL PROCURATORE) CON LIBERTA’ INTERPRETATIVA.  Detto questo si può comprendere come la Costituzione democratica e/o della libertà, sia aggirata. Stante la libertà di interpretazione e di intervenire data ai Procuratori e sostituti procuratori, essi possono prendere per oro colato anche le tesi naziste di determinate branche del pensiero (cosiddetta neuroscienza), specie perché altre Istituzioni (carceri, ospedali psichiatrici, medicina, carabinieri, ecc.ecc.), fanno proprie delle aberranti costruzioni parascientifiche come il DSM III, IV e V, che sono utilizzate per togliere credibilità a chi denuncia cose che non si vogliono ammettere.

Abbiamo cercato nel web la relazione di questo Magistrato al convegno succitato, ma senza successo. Chissà perché sono “cose private” ?

PER COMPRENDERE LE IDEE DI QUESTO ALTO MAGISTRATO, ECCO UNA RASSEGNA DI GOOGLE

https://www.google.it/search?as_q=&as_epq=francesco+mauro+iacoviello&as_oq=&as_eq=&as_nlo=&as_nhi=&lr=&cr=&as_qdr=all&as_sitesearch=ilfattoquotidiano.it&as_occt=any&safe=images&as_filetype=&as_rights=&gws_rd=ssl



ED ECCO QUESTO ARTICOLO MOLTO INTERESSANTE

Da malgradotutto.blogspot.it – tratto da Il Fatto Quotidiano del 10/03/2012.

La mafia non esiste, parola del P.G. Francesco Mauro Iacoviello

"Giustizia è uguale per tutti quelli che se la possono permettere"

 

LA MAFIA NON ESISTE

di Marco Travaglio 10/03/2012

 

La Cassazione che annulla una condanna con rinvio ad altro processo d’appello rientra nella fisiologia del sistema giudiziario italiano. Non comporta affatto una bocciatura delle accuse,ma solo della sentenza d’appello, che qui presentava più di un’incongruenza. Del resto, chiunque lo conosca un po’ sa bene che il processo Dell’Utri è il più solido fra tutti quelli celebrati per concorso esterno in associazione mafiosa. Il meno dipendente dai mafiosi pentiti. Il più ricco di prove autonome, documentali e testimoniali, di intercettazioni,addirittura di ammissioni dell’imputato: insomma il meno legato alle parole e il più ancorato ai fatti.

Se nel nuovo appello Dell’Utri fosse assolto, significherebbe che non si potrà mai più condannare nessuno per aver servito la mafia dall’esterno, cioè senza farne parte. Una jattura dalle proporzioni incalcolabili, in un paese infestato dalle mafie proprio grazie ai loro rapporti esterni con politici, pubblici funzionari, finanzieri,professionisti, magistrati, avvocati.

Eppure ieri il Pg della Cassazione Francesco Mauro Iacoviello, ex pm a Ravenna, già celebre per aver chiesto e ottenuto l’annullamento delle condanne di Squillante per Imi-Sire di De Gennaro per il G8, e la conferma dell’assoluzione di Mannino e della prescrizione per Berlusconi nel caso Mondadori, non si è limitato a criticare la criticabilissima sentenza d’appello che condannava Dell’Utri fino al 1993 e lo assolveva per il periodo politico.

Ha preso in contropiede persino i difensori e ha liquidato 15 anni di lavoro di investigatori, pm, periti e giudici come cosa da niente,lanciandosi in una sprezzante lezione di diritto ai pm che hanno indagato Dell’Utri, al gup che l’ha rinviato a giudizio, ai tre giudici del tribunale che l’han condannato a 9 anni e ai tre giudici d’appello che l’han condannato a 7 anni.

Già che c’era, ha aggiunto che il concorso esterno non esiste, “è un reato a cui non crede più nessuno”. In realtà al concorso esterno non credono i mafiosi e i loro amici. Ci credono le sezioni unite della Cassazione (9 giudici), che nelle sentenze Carnevale e Mannino hanno confermato che il concorso esterno esiste eccome, delimitandone i confini. Ci credono decine di giudici della Suprema Corte, che hanno confermato condanne per concorso esterno di politici (Gorgone e Cito), imprenditori (Cavallari) e funzionari infedeli (Contrada e D’Antone).

 

Devono averci creduto anche quelli del processo Dell’Utri, altrimenti ieri avrebbero annullato senza rinvio. Ma soprattutto ci credevano Falcone e Borsellino che, non avendo avuto la fortuna di lavorare a Ravenna, configurarono per primi quel reato nella sentenza-ordinanza del processo maxi-ter a Cosa Nostra e poi la mafia li ammazzò anche perché al concorso esterno ci credevano.

Il processo Dell’Utri non si basa su “frequentazioni e conoscenze con mafiosi”, come sostiene Iacoviello paragonandolo al caso Mannino. Di Mannino i giudici ritennero provate le conoscenze e le frequentazioni mafiose, ma non i favori alla mafia. Su Dell’Utri, invece, ci sono montagne di prove sui favori alla e dalla mafia.

Anche limitandosi alla carriera pre-politica di manager berlusconiano, è stranoto che B. fosse succube dei mafiosi (al punto di pagarli o di dirsi pronto a pagarli) proprio perché Dell’Utri gli aveva infilato Mangano in casa e mediò per riportare la pace dopo ogni minaccia e attentato. Dire che questo non è concorso esterno e soprattutto che il concorso non esiste è un salto indietro, culturale prima che giuridico, agli anni bui in cui per certi giudici Cosa Nostra era solo un coacervo di bande disomogenee e disorganizzate.

 

Insomma la Cupola era un’invenzione di Falcone, il “teorema Falcone” che “non capisce niente” e vuole solo “fregare qualche mafioso”, come diceva nel 1994 Corrado Carnevale al collega Aldo Grassi, che non faceva una piega e ieri presiedeva il collegio che ha annullato la condanna di Dell’Utri. Anni fa Dell’Utri disse che “la mafia non esiste” e un’altra volta concesse: “Se esiste l’antimafia, esisterà anche la mafia”. Non immaginava che un giorno, in Cassazione, avrebbe dovuto chiedere il copyright.