Privacy, l' allarme di Rodotà Prigionieri della tecnologia

Repubblica — 10 febbraio 2005   pagina 14   sezione: CRONACA

ROMA - L' uomo in "gabbia" non conosce neppure i suoi volti virtuali, prigioniero di una rete di controlli, vittima di schedature improprie, «viaggia verso un mondo sconosciuto, dai confini incerti». «Bisogna fermare la deriva tecnologica». Stefano Rodotà, presidente dell' ufficio del Garante della privacy, nell' illustrare la relazione 2004 a Palazzo Madama, davanti al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, invita a sottrarci alla «gogna elettronica» e traccia la rotta. «Bisogna introdurre - dice - un sistema che certifichi la sicurezza di tutte le tecnologie dell' informazione e della comunicazione». Il Garante denuncia furti di identità. No, non soltanto l' immagine scippata dalla camera di un videofonino, ma profili commerciali dedotti dall' uso di card elettroniche, dal bankomat alle carte di fidelizzazione distribuite nei supermercati con premio fedeltà. L' uomo intercettato viene spiato dal suo telepass in autostrada, dalla pay-tv con giochi interattivi, dall' etichetta "intelligente" di un vestito che, con la tecnologia delle radiofrequenze, consente la localizzazione di una persona. Rilevazioni biometriche, chip sottopelle per "seguire" pazienti affetti da particolari malattie e, come accade a Glasgow e a Barcellona, per individuare i clienti in discoteca, o più semplicemente per controllare anziani che vivono da soli. «Siamo alla vigilia di un cambiamento della natura del corpo che, modificato tecnologicamente, diventerebbe per ciò post-umano». All' uomo in "gabbia" «bisogna garantire una via d' uscita». E nasce da qui la necessità di «riconsiderare alcune fondamentali garanzie costituzionali». Iride e impronte digitali sul passaporto per motivi di sicurezza, i lavori sono in corso alla Farnesina e al Viminale, il dibattito è già aperto nell' ufficio del Garante. Banche dati del Dna, l' Authority sarebbe favorevole alla "schedatura" genetica di un serial killer ma non a quella di un indagato per corruzione. Rodotà mette in guardia dai rischi legati all' e-commerce e alla massiccia conservazione dei dati del traffico telefonico. Più di 600 miliardi di informazioni per le chiamate in uscita giacciono negli archivi come i 300 milioni di sms scambiati ogni giorno. «Preoccupa anche il numero eccessivo di intercettazioni telefoniche anche se disposte da magistrati». Nell' ultimo anno il Garante è intervenuto su un' ampia varietà di questioni: credito al consumo, nuovi elenchi telefonici, riservatezza nelle strutture sanitarie, ricette anonime, videofonini, voti scolastici, spamming, videosorveglianza. Il mandato della squadra di giuristi guidata da Rodotà scadrà alla mezzanotte del 18 marzo, il presidente lascia dopo otto anni, entro l' ultimo mese si annunciano provvedimenti sugli Mms, i messaggini con foto, sulle carte di fidelizzazione, sulle etichette "intelligenti" e sulla tv interattiva. Le nuove "autorizzazioni" per la diffusione dei dati genetici aspettano soltanto il nulla osta dell' Istituto superiore di sanità. Per l' Authority i dati genetici di una persona devono rimanere riservati, possono essere usati soltanto per la ricerca scientifica e per la cura di gravi malattie. In questi giorni si sta lavorando alla scrittura di nuovi codici che riguardano internet, i rapporti di lavoro, la videosorveglianza e il direct marketing. L' Authority bacchetta i ministeri. «Non rispettano l' obbligo di consultare il Garante e un terzo dei decreti attuativi toccano la privacy», dice Rodotà. «L' omessa consultazione può invalidare l' atto. Compresa la Finaziaria 2005». Il presidente sta andando via ma per chi arriverà chiede collaborazione e più risorse. - ELSA VINCI