Repubblica 9-2-2005

Nella sua relazione il garante della Privacy chiede il "bollino blu"
per i prodotti tecnologici. "Protezione dei dati è libertà"
Appello di Rodotà: "Sottrarsi
alla moderna gogna elettronica"
Il presidente cita tra i settori più a rischio violazioni
le carte a pagamento e le banche dati sul dna
 

 
Da destra, Rodotà e Ciampi
 

ROMA - E' possibile "sottrarsi a quella moderna gogna elettronica rappresentata da una perenne presenza in rete di un numero crescente di dati personali". Davanti al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e alle più alte cariche istituzionali, il presidente dell'autorità per la Protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, ha tracciato il bilancio dell'attività nel 2004.

La tutela della privacy
Il garante ricorda che la "pacifica rivoluzione della privacy" è iniziata l'8 maggio del '97, quando è entrata in vigore "la legge che ha finalmente attribuito a ciascuno il potere di governo delle informazioni che lo riguardano". "Siamo entrati in un nuovo mondo - prosegue - di cui non è possibile definire una volta per tutte i contorni, ma le cui caratteristiche via via emergenti il garante ha sempre segnalato. Il nostro è davvero un cantiere aperto".

L'attività dell'authority
Nell'ultimo anno, l'ufficio del garante è intervenuto su un'ampia varietà di questioni: credito al consumo, nuovi elenchi telefonici, riservatezza nelle strutture sanitarie, ricette anonime, videofonini, voti scolastici, propaganda elettorale, spamming, videosorveglianza (è stato adottato il nuovo decalogo che individua maggiori garanzie per i cittadini ed obblighi precisi per chi installa telecamere). Secondo Rodotà, si tratta di "un'azione che non si è limitata ad indicare rischi e pericoli di una società della classificazione e della sorveglianza, ma è stata rivolta anche alla definizione di regole rigorose per ampi settori della vita sociale ed economica".


Il nodo delle tecnologie
Bollino blu per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione: questa la richiesta del garante. "Non è possibile - dichiara - mettere in commercio un ciclomotore o taluni giocattoli senza una certificazione che ne attesti la sicurezza. La stessa logica deve essere adottata per l'insieme delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in modo tale da escludere fin dall'inizio rischi per la privacy".

I settori a rischio
Tra gli aspetti della vita moderna cui bisogna fare attenzione, il garante cita le carte per il pagamento di programmi televisivi, autostrada o telefono. Tutti strumenti sui quali è necessario "esercitare un potere di controllo". Inoltre, "il rischio dell'impropria deriva tecnologica si manifesta anche in alcune proposte di costituzione di banche dati del Dna".

Il diritto di uscita
Il principio secondo cui un cittadino può revocare l'autorizzazione data all'utilizzo dei propri dati personali è, secondo Rodotà, "una componente essenziale della protezione, il mezzo che permette di riprendere pienamente il controllo della sfera privata". "Spesso infatti - continua - le persone scoprono che per effetto di un consenso manifestato riempiendo un questionario o acquistando un bene o un servizio, cominciano ad arrivare sollecitazioni o messaggi non graditi. Diviene così essenziale poter revocare nel modo più semplice quel consenso dato con una certa leggerezza, per uscire dalla gabbia che si è contribuito a costruire attorno a noi stessi".

Privacy uguale democrazia
Rodotà ribadisce un concetto che è uno dei suoi cavalli di battaglia: "La privacy si presenta così come un elemento fondamentale della società dell'eguaglianza. Senza una forte tutela dei dati riguardanti i loro rapporti con le istituzioni o l'appartenenza ai partiti, sindacati, associazioni, movimenti, i cittadini rischiano d'essere esclusi dai processi democratici". "Così la privacy - aggiunge - diventa una condizione essenziale per essere inclusi nella società della partecipazione". Altrimenti, "la stessa libertà personale è in pericolo".

Resistere alle violazioni
Per il garante "senza una resistenza continua alle microviolazioni, ai controlli continui, capillari, oppressivi o invisibili che invadono la stessa vita quotidiana, ci ritroviamo nudi e deboli di fronte a poteri pubblici e privati: la privacy si specifica così come una componente ineliminabile della società della dignità".

 

(9 febbraio 2005)