Così il caso di H.M. sarà studiato in tutto il mondo

Il cervello smemorato finisce su Internet

Le indagini condotte da un italiano

MILANO – Il cervello di Henry Gustav Molaison, l’uomo che non poteva ricordare – un caso unico nella storia della neurologia - sarà analizzato, sezionato, catalogato, preservato e messo a disposizione sul web per le ricerche dei medici e degli scienziati di tutto il mondo da un cervello italiano in fuga in California, il professor Jacopo Annese.

Il cervello di H.M: l'asterisco indica la zona rimossa durante l'operazione. La freccia indica la porzione dell'ippocampo che è rimasta dopo l'operazione. Uno degli scopi del progetto è quantificare precisamente quali (e quanto delle) strutture erano rimaste intatte e presumibilmente contribuivano agli aspetti della memoria che HM dimostrava di aver mantenuto.

Il cervello di H.M: l'asterisco indica la zona rimossa durante l'operazione. La freccia indica la porzione dell'ippocampo che è rimasta dopo l'operazione. Uno degli scopi del progetto è quantificare precisamente quali (e quanto delle) strutture erano rimaste intatte e presumibilmente contribuivano agli aspetti della memoria che HM dimostrava di aver mantenuto.

LA STORIA - Henry Gustav Molaison è morto il 2 dicembre scorso nel Connecticut all’età di  82 anni. La notizia ha fatto il giro del mondo, perché <l’uomo che aveva disimparato a ricordare> è stato il caso clinico più studiato in vita e citato della storia della medicina: stimolo diretto o indiretto di molte scoperte che hanno permesso di conoscere i meccanismi dell’apprendimento e della memoria. H.M. (com’era conosciuto Henry Molaison dagli studiosi di tutto il mondo prima della morte per preservarne la privacy) sapeva come si chiamava, sapeva che la sua famiglia veniva dalla zona di Los Angeles, era al corrente del crack del 1929 e della Seconda Guerra Mondiale. Ma dal 1953, per ben 55 anni, ha vissuto ogni giorno come se fosse «nuovo», perchè da allora non è stato più in grado di consolidare memorie recenti e di accumulare esperienze: senza ricordare cosa aveva fatto il giorno prima. Questo è accaduto dopo un intervento chirurgico sperimentale cui si sottopose per la cura di attacchi epilettici che erano diventati insostenibili per frequenze e gravità. Attacchi cominciati dopo una caduta in bicicletta con conseguente trauma cranico.

IN FUGA IN AMERICA - Questo cervello “storico” per la medicina è adesso nelle mani di Jacopo Annese: spetta a lui renderlo utile ed accessibile alla comunità scientifica internazionale. In America dal 1996, dopo una laurea in biologia alla Sapienza di Roma, un master in scienze neurologiche alla University College di Londra e un Phd in neuroscienze cognitive al Dartmouth College nel New Hamsphire, lo scienziato italiano, 42 anni, è attualmente il direttore del Brain Observatory dell’Università della California, San Diego. Il laboratorio è all’avanguardia nelle tecniche che permettono, combinando Imaging a risonanza magnetica, istologia, software per la microscopia e ricostruzione di immagini in 3D, di visualizzare modelli digitali dell’intero cervello a vari livelli di risoluzione fino ai dettagli cellulari. Tecniche sviluppate sia per creare mappe cerebrali dell’uomo (e di altre specie) sia per correlare nel campo clinico le immagini provenienti dalla risonanza magnetica e i sottostanti processi neuropatologici del tessuto. Annese è lo scienziato che la dottoressa Suzanne Corkin - professore di scienze cognitive del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston che per decenni ha lavorato al caso Molaison - ha scelto per conservare il cervello dello smemorato più famoso del mondo.  

IL PROGETTO - La telefonata tanto attesa sul cellulare mai spento dello scienziato

Il dr. Jacopo Annese nel Brain Observatory dell'Università della California

Il dr. Jacopo Annese nel Brain Observatory dell'Università della California

italiano è arrivata martedì  2 dicembre alle ore 14: <H.M. è morto>.  Imbarco in aereo la sera stessa e via all’Mit di Boston per essere presente all’autopsia che sarebbe iniziata il mattino dopo. Intanto H.M. era stato posto nello scanner per la risonanza magnetica al fine di ottenere immagini ad alta risoluzione e senza alcun artefatto del cervello in situ. <Volevamo essere sicuri, visto il rischio che le lesioni potessero rendere l’autopsia complicata, di poter ottenere immagini dell’anatomia intatta del cervello di molto superiori a quelle che normalmente vengono acquisite. Grazie a due finanziamenti, uno della National Science Foundation e una della Dana Foundation di New York, adesso inizieremo il lavoro per la creazione di una biblioteca digitale, multimodale e a diversi livelli di risoluzione affinché studiosi e non abbiano la possibilità di muoversi attraverso le immagini del cervello di H.M. e collegare i risultati e le teorie generate dagli esami neuropsicologici ai vari aspetti dell’anatomia patologica>.  

LE TECNICHE - In pratica il cervello, dopo la fissazione e un processo di crioprotezione, sarà congelato e sezionato usando un grosso microtomo (criostato) motorizzato. <Creeremo una collezione di sezioni istologiche giganti spesse circa 60 micrometri  – spiega Annese –.  Diverse serie di questi 2000-2500 vetrini saranno poi colorate usando tecniche complementari per rilevare vari elementi del tessuto. Il materiale sarà scannerizzato con un microscopio controllato da un computer costruito per acquisire migliaia di immagini ad alto ingrandimento e cucire un montage che rappresenti l’intera superficie della sezione. Con questa tecnica di scansione e le immagini delle risonanze come guida per la ricostruzione in 3D, creeremo un atlante completo del cervello di H.M navigabile  tramite software, molto simile a GoogleEarth per intendersi. I metodi che intendiamo usare, ma anche i dati e le immagini che via via acquisiremo, verranno pubblicati durante le fasi del lavoro sul sito del progetto, in un blog aperto a commenti, suggerimenti e critiche su cosa stiamo facendo e come. L’obiettivo è creare un archivio completo di immagini del cervello di H.M. con un metodo e procedimenti mai usati finora e aprire così la strada a una tecnica nuova per preservare e studiare i cervelli di tutti quei pazienti particolari e potenzialmente istruttivi per le neurosicenze>. Per far si che il cervello dell’uomo che non poteva ricordare sia accessibile a più scienziati possibile, diversamente da quanto successe per quello di Einstein  che fu diviso e spedito a vari laboratori con il risultato che molto del suo tessuto non è stato studiato.

Un disegno modificato del cervello

Un disegno modificato del cervello

LE TECNICHE - Il lavoro al  Brain Observatory di San Diego inizierà a febbraio ma il primo problema che rischia di togliere il sonno a Jacopo Annese ora è abbastanza pratico: come trasportare il cervello di H.M. da Boston a San Diego. <Rischia di essere un’avventura perché la Transportation Security Authority non permetterà di portare un contenitore con la formalina nella cabina dell’aereo. O troviamo un jet privato per il viaggio di ritorno oppure dovrò fare la traversata dell’America in macchina, visto che abbiamo deciso di non rischiare una spedizione contro terzi. Ho una mappa di colleghi in tutto il Paese che hanno già offerto ospitalità, un frigo e cambio di soluzioni>. Un immagine da film: il cervello italiano “in fuga” per gli States insieme al cervello dell’uomo che non sapeva ricordare. <Il cervello del signor Molaison subirà una migrazione avventurosa, un po’come il mio una decina di anni fa – precisa Annese sorridendo - ma necessaria per essere il più possibile utile alla scienza>.

 

Iacopo Gori