LE NEUROSCIENZE FANNO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Tante le novità emerse durante il prestigioso Congresso di fine maggio
organizzato dalla SNO: San Carlo e Niguarda protagonisti
Il Congresso della Società Scientifica di Scienze Neurologiche
Ospedaliere (SNO), che si è svolto dal 21 al 24 maggio scorso nella
prestigiosa sede del Teatro Dal Verme, ha visto un’approfondita
riflessione sulle Neuroscienze che, basandosi sull’ormai consolidato
approccio multidisciplinare, rappresentano un insostituibile punto di
riferimento per la Neurologia, Neuroradiologia e Neurochirurgia
Ospedaliere. Ospedali protagonisti il San Carlo Borromeo e il Niguarda
Ca’ Granda, che si sono avvalsi anche dell’importante collaborazione
dell’Istituto Neurologico Besta. La Comunicazione, l’Innovazione in
campo diagnostico e terapeutico e l’Interattività sono stati gli
elementi caratterizzanti del Congresso e punti di partenza per una
ricognizione delle eccellenze e delle opportunità oggi offerte nel
campo dell’assistenza, che da un lato devono essere finalizzati a
correggere le attuali debolezze e dall’altro trampolini di lancio
verso prospettive future. Particolare risalto è stato dato al percorso
del paziente e del lavoro dell’equipe nel contesto della realtà
concreta nella quale si opera. Ci sono stati momenti di incontro con
le Associazioni di pazienti, con le Società scientifiche di settore e
con rappresentanti delle amministrazioni regionali per i problemi
organizzativi. Molte le novità presentate nell’ambito del ricchissimo
programma con elementi innovativi che aprono prospettive molto
importanti per le Neuroscienze. “In questi anni si assiste a
cambiamenti molto importanti nel settore delle Scienze Neurologiche
Ospedaliere – ha sottolineato il presidente del Comitato Organizzatore
Pietro Bassi – in quanto, se prima si aveva un approccio ai pazienti
attento allo studio delle soluzioni migliori (in verità poche) nel
lungo periodo, oggi grazie ai progressi fatti nel settore
l’impostazione è mutata radicalmente: la nostra azione è basata
sull’emergenza-urgenza, ovvero siamo chiamati a fornire risposte
immediate in grado di garantire soluzioni rapide ed efficaci. Il
trattamento dell’ictus cerebrale rappresenta l’esempio migliore di
questo cambiamento, visto che richiede risposte veloci, decisive per
la buona riuscita della terapia. Nell’ambito di questo Congresso si è
riusciti a mettere insieme gli Istituti di eccellenza della Lombardia
a livello delle Neuroscienze, con un contributo scientifico dalla
qualità estremamente elevata. Novità importanti sono emerse rispetto
alla cura del Parkinson con innovazioni dal punto di vista
farmacologico che vedono l’utilizzo di soluzioni transcutanee, come i
cerotti, che garantiscono un miglioramento nel trattamento che, da
intermittente, è diventato continuativo e in grado di contrastare
meglio la degenerazione della malattia. Bassi sottolinea che “se prima
un malato di Parkinson aveva una prospettiva di vita di circa 10 anni,
ora è possibile arrivare tranquillamente a 30 anni”. Si è parlato
anche di cefalee, che vanno valutate non più solo come patologia
cronica che necessita di trattamenti specifici onde ridurne l’effetto
negativo sui pazienti, ma bisogna indagarla anche come segnale
“sintomatico” di possibili eventi in corso, come può essere un ictus
cerebrale, che vanno riconosciuti immediatamente. Proprio questo
impone una rinnovata attenzione alle cefalee a livello di pronto
soccorso e di Medici di Medicina Generale, che sono chiamati ad
interpretarle ricorrendo ai dovuti approfondimenti diagnostici.
Proprio il rapporto con i Medici di Medicina Generale necessita di una
radicale trasformazione. A sottolinearlo è lo stesso Bassi: “Se prima,
da parte dei neurologi, si tendeva a giudicare eccessiva la richiesta
di approfondimenti prescritti dal Medico di Medicina Generale che
ricevesse un paziente con sintomi non facilmente decifrabili, oggi
siamo noi i primi a richiedere una più stretta collaborazione
incentivandoli a fare ricorso all’Ospedale o a specialisti in presenza
di sintomi che possono rivelare patologie o eventi gravi in corso.
D’altro canto, una volta preso in carico il paziente e indirizzato
verso la terapia migliore, chiediamo ai MMG una grande collaborazione
nel seguire il paziente e la cura che egli affronta”. Anche i tumori
cerebrali sono oggetto di importanti novità nell’ambito delle
Neuroscienze, con l’adozione di tecniche che integrano la terapia
chirurgica con la terapia radiochirurgica. Nel trattamento dei gliomi,
tumori cerebrali situati spesso in profondità, un’innovazione decisiva
è rappresentata dalle nuove terapie “radianti” che consentono di
emettere radiazioni con estrema precisione andando a colpire solo le
zone interessate dalla massa tumorale risparmiando così i delicati
tessuti circostanti. Strettamente collegata sempre alla cura dei
tumori l’innovazione legata alla “trattografia”, una particolare
tecnica neuroradiologica (con RNM) che permette di individuare i fasci
di neuroni cerebrali specializzati in una particolare funzione
permettendo di intervenire con più precisione.
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