Da
il Fatto
quotidiano
Violenza donne, braccialetto elettronico a stalker.
Conflitto d’interessi per Cancellieri?
di Thomas Mackinson
9
maggio 2013
Il ministro della
Giustizia Anna Maria Cancellieri rilancia il braccialetto
elettronico per gli stalker. Tra le misure per
contenere l’emergenza della violenza sulle donne il
Guardasigilli ha infatti illustrato tutta una serie di provvedimenti
speciali che sono allo studio del ministero. Tra gli altri, è
rispuntato il braccialetto elettronico, noto alle cronache sia per
il flop dell’iniziativa dal punto di vista dei risultati, sia dal punto di
vista economico per i costi stellari finiti anche nel mirino
della Corte dei Conti: 81 milioni di euro per monitorare 14
detenuti. Il Corriere della Sera riporta a quattro colonne
la battaglia del ministro, ma dimentica un dettaglio: il possibile conflitto di
interessi che ruota intorno all’operazione.
I fatti. Il caso esplode
a pochi giorni dall’insediamento dei tecnici di Monti. Appena
arrivata al ministero dell’Interno, Cancellieri rinnova il contratto
per la fornitura dei servizi di comunicazione elettronica con Telecom Italia
per altri sette anni, fino al 2018. Un fiume di denaro per una commessa che la
Corte dei Conti aveva già messo nel mirino perché dal 2003 si era risolta
in un affare solo per l’azienda e in un clamoroso spreco di risorse
pubbliche per lo Stato. La decisione, presa quasi in sordina a
metà gennaio 2012, lascia di stucco la collega alla Giustizia Paola
Severino che, nel frattempo, si era pubblicamente impegnata a non
rinnovare la convenzione prima che venisse dimostrata “l’effettiva
utilità dei dispositivi”.
Telecom Italia aveva
ringraziato per il rinnovo del contratto i cui proventi toccherà però al signor
Piergiorgio Peluso contabilizzare a fine anno. E chi è Peluso?
Il figlio del ministro Cancellieri, ovviamente. Che qualche
mese dopo quel contratto a sei zeri firmato dalla madre è approdato ai piani
alti di Telecom Italia con un incarico di responsabile del settore
“Administration, finance and control” da 600mila euro l’anno.
Peluso, a onor del vero, ha una laurea in economia e a soli 44 anni può vantare
un curriculum di tutto rispetto con incarichi per Credit
Suisse, Mediobanca e Arthur Andersen, Unicredit e infine come direttore
generale di Fondiaria Sai (il cui patron, Salvatore
Ligresti, è assai vicino alla madre). Non stupisce, dunque, che la sua
nomina sia stata ben gradita al board di Piazza Affari (sarà il presidente Franco
Bernabé in persona a darne notizia ai dipendenti).
E tuttavia ora il
conflitto potrebbe diventare più palese e forte di prima ora che la
Cancellieri, in posizione di Guardasigilli, rilancia il braccialetto
elettronico a probabile beneficio dell’azienda che, nel frattempo, ha aperto le
porte al figlio. Tutti plaudono ai propositi espressi dal ministro sul ipotesi
di implementare l’uso dei braccialetti estendendoli a nuove categorie come
i persecutori seriali delle donne.
Nessuno sembra
interessato a sollevare il dubbio che una cena di famiglia
possa trasformarsi a questo punto in una cena d’affari. Si
aspetta di sapere, tra gli altri, cosa ne pensi Nitto Palma, un nome non certo a caso. L’esponente
Pdl ha appena ottenuto la sofferta poltrona di presidente della Commissione
giustizia. Ironia della sorte, era stato proprio l’esponente Pdl a
sollevare in quella stessa sede il tema dello spreco in occasione del rinnovo
a Telecom, costringendo la Cancellieri a precisare che la partita dei
braccialetti pesa “solo” 9 milioni di euro sull’economia del
contratto e che il loro utilizzo “è pur sempre previsto dalla legge”. Ora anche
Palma tace. Anche se a firmare gli ordini di pagamento è mamma e a
contabilizzare eventuali entrate (per la società) è il figlio.