Società
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Macchina
della verità anche in Italia
«TUTTA
LA VERITÀ, NIENT'ALTRO CHE LA VERITÀ»
A Padova sono iniziati i primi test segreti per verificare l'efficacia
della macchina della verità, ma solo per volontari. L'inventore è Giuseppe
Sartori, docente di Psicologia clinica e di Neuroscienze cognitive
dell’università padovana. Una convenzione firmata tra l’Università e
l’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, nel
Mantovano, ha consentito di dare il via alla sperimentazione
PADOVA – Alcuni volontari, già assassini o stupratori affermati, hanno
accettato di sottoporsi al test della macchina della verità per stabilirne
l'efficacia. Alcuni sono rei confessi; altri, invece, sono stati incastrati
soltanto grazie ad indagini complesse, durate talvolta anche anni. La ricerca
effettuata da Giuseppe Sartori e il suo team dell'Università di Padova, hanno
sottolineato la segretezza dell'esperimento e i nomi dei volontari sono
assolutamente top secret. I risultati sono dunque ancora segreti. Dal punto
di vista scientifico l'iniziativa del docente padovano rappresenta una novità
assoluta: «Il sistema si basa sui tempi di reazione e di risposta del
sospettato» spiega Giuseppe Sartori. Un semplice computer e un programma
dedicato sono, cioè, in grado di compiere quei miracoli che fino a non molto
tempo fa non erano neppure immaginali. I dati ottenuti serviranno a tarare la
macchina, stilando una sorta di manuale sul quale potranno basarsi i futuri
utilizzatori per trarre le loro conclusioni.
Monica Marchetti, psicologa esperta in psicopatologia forense spiega: «Se
questa macchina della verità dovesse funzionare davvero significherebbe che
stiamo per mandare in soffitta molto di ciò che è stato fatto fino ad oggi.
Insomma: potrebbero esserci meno test proiettivi, meno osservazione diretta
sul sospettato e affondi più rapido verso il cuore del problema».
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