Da “Nova” 15.1.2009
NEUROSCIENZE LE NUOVE FRONTIERE
SECONDO JOHN ASSAD (IIT)
Le leggi che governano il cervello
DI GUIDO ROMEO
Il cervello è il calcolatore più potente che conosciamo, a dispetto di un
hardware sorprendentemente lento. «I nostri neuroni sono molto più fragili e
lenti nel trasmettere gli impulsi elettrici di qualsiasi
microprocessore, ma diventano incredibilmente efficaci quando combinati in
miliardi in una struttura massicciamente parallela e ridondante come il nostro
cervello» spiega John Assad,
45 anni, neurobiologo all'Università di Harvard, e ora neo-direttore della ricerca della
Piattaforma di neuroscienze e sistemi cognitivi
dell'Istituto italiano di tecnologia.
Assad, che per i prossimi cinque anni dirigerà il
nuovo centro per le neuroscienze dell'Iit con sede nei locali dell'Università di Parma, ma
separato da essa nel suo funzionamento, va a completare il panorama della
ricerca dell'Iit guidata da Roberto Cingolani e che vede già al suo attivo Fabio Benfenati (dipartimento di Neuroscienze
e neurotecnologie), Giulio Sandini,
Darwin Caldwell e Guy Fontaine (dipartimento di Robotica, scienze cognitive e del
cervello) e Daniele Piomelli (dipartimento di Ricerca
e sviluppo farmaci). «Il centro per le neuroscienze e
sistemi cognitivi dell'Iit
studierà le funzioni del cervello umano in vivo nel suo complesso – spiega Assad, che a Parma collaborerà anche con il laboratorio di
Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio –
per espandere la conoscenza dei circuiti neuronali
della nostra corteccia. Ci interessa capire il
funzionamento del cervello come sistema complesso e integrato, guardando a
tutto l'arco della sua attività. Da quando percepiamo un
oggetto fino all'elaborazione dell'informazione che ci fa poi passare
all'azione». Si tratta di ricerca di base, ma con forti ricadute
pratiche sia nel settore farmaceutico e clinico che in
quello dell'informatica applicata al biomedicale.
«Nel caso del morbo di Parkinson, ad esempio, è un
numero molto ristretto di neuroni che cessa di lavorare correttamente – osserva
Assad – ma ciò è sufficiente per mettere in crisi tutto il funzionamento del nostro cervello, un po'
come se alzando al massimo il volume di una radio, le comunicazioni all'interno
di una stanza venissero tutte disturbate». Oggi questi pazienti vengono trattati soprattutto per via farmacologica,
con terapie a base di levodopa, una molecola che
ristabilisce gli equilibri naturali di dopamina, ma
diventa gradualmente meno efficace e alla ricomparsa di tremori e difficoltà
motorie. Alcune sperimentazioni con elettrodi introdotti nella corteccia
cominciano però a dare risultati molto interessanti. «Oggi questo è un
approccio empirico e non sappiamo esattamente cosa lo renda efficace – osserva Assad – Sono però sicuro che conoscendo meglio le leggi che
governano i nostri neuroni, potremmo mettere a punto
cure molto più efficaci e precise». Altri beneficiari delle nuove conoscenze
che verranno dagli studi di Assad
all'Iit potrebbero essere i pazienti affetti di
schizofrenia e da altri disturbi psichiatrici. Una priorità non meno importante
del nuovo centro parmense sarà lo sviluppo di interfacce
uomo-macchina e di tecnologie all'avanguardia per studiare le funzioni
corticali in vivo. Si tratta di un settore fortemente
innovativo, nel quale si fondono informatica, biologia, neuroscienze,
nanotecnologie e studi di intelligenza artificiale.
«Oggi siamo già capaci di captare onde e impulsi cerebrali, ma abbiamo una
conoscenza molto limitata del loro significato – sottolinea
il ricercatore – ma se cominceremo a decrittare il linguaggio del nostro
cervello, avremo a disposizione uno strumento formidabile non solo per la
medicina, ma anche per costruire robot intelligenti». I locali del centro
parmense dell'Iit sono in
ristrutturazione, ma nelle prossime settimane dovrebbe venire bandita la prima
chiamata internazionale per reclutare i ricercatori che daranno vita al centro
attraverso una procedura analoga a quella dei centri americani e senza
ricorrere ai tanto controversi concorsi dell'università italiana. «Ci
aspettiamo candidature da tutto il mondo – spiega il direttore – e naturalmente
da molti italiani che vorranno rientrare, anche se la nazionalità non darà
alcun punto in più. A regime il centro dovrebbe avere una cinquantina di
persone divise in 7-8 piccoli gruppi di ricerca,
tipicamente guidati da un junior leader e fortemente
specializzati, ma che interagiscano molto perché la particolarità dei centri
dell'Iit è proprio l'enfasi dell'interdisciplinarietà».
Il centro, che nasce con un finanziamento di start-up di cinque milioni di euro per i primi tre anni (che copre anche i lavori di
ristrutturazione), a termine dovrebbe finanziarsi per almeno un 30% con grant per la ricerca. Ma che cosa
spinge un ricercatore affermato, con un'invidiata posizione da "tenure professor" in uno dei primi 10 atenei del mondo
a lanciarsi nello start-up di un nuovo laboratorio in Italia, più conosciuta
per la fuga dei cervelli e i tagli alla ricerca che per la capacità di attrarre
talenti? «Ad attirarmi è stata soprattutto la vocazione interdisciplinare
piuttosto unica del centro che, paradossalmente, sento invece manca proprio in
posti molto affermati come l'Mit
e Harvard – spiega Assad,
originario di Buffalo, nello stato di New York – e il
pacchetto messo a punto dall'Iit è competitivo a
livello internazionale perché permette di attirare alcuni dei migliori giovani
da tutto il mondo. La qualità dei vostri ricercatori invece la conoscevo già perché molti giovani italiani producono ottimi
risultati nei nostri laboratori oltreoceano».
guidoromeo.nova100.ilsole24ore.com
Come si definisce
- John Assad, 45 anni, neurobiologo all'Harvard Medical School di Boston è
uno dei massimi esperti nelle neuroscienze. In aspettativa dall'ateneo Usa, per 5 anni sarà il direttore
della ricerca
in Neuroscienze e sistemi cognitivi dell'Istituto
italiano di tecnologia all'Università di Parma.